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Un altro naufragio. Il dramma al largo di Lampedusa. Affogano in 41 e tre sono bimbi

Soli in mezzo al mare. Prima a nuoto, a lottare contro le onde, poi su un barchino di fortuna lasciato alla deriva. Attorno, il nulla e il terrore di non farcela

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Soli in mezzo al mare. Prima a nuoto, a lottare contro le onde, poi su un barchino di fortuna lasciato alla deriva. Attorno, il nulla e il terrore di non farcela. Nella mente, le immagini terribili dei compagni di viaggio inghiottiti dai flutti.

Sono solo 4 (una donna e tre uomini), originari della Costa d'Avorio e della Guinea Konakry, i superstiti dell'ennesimo naufragio nel Mediterraneo, un cimitero che ha accolto il corpo di altri 41 migranti, tra cui 3 bambini.

È il quarto naufragio in 5 giorni. A soccorrerli la motonave Rimona, battente bandiera maltese, e poi c'è stato il trasbordo su una motovedetta della guardia costiera italiana. Di quella libica, neanche l'ombra. Eppure, dopo che l'assetto aereo Frontex ha avvistato i superstiti e ha fatto scattare i soccorsi, la guardia costiera italiana ha attivato quella libica, perché i sopravvissuti sul barchino erano stati trasportati dalla corrente dall'area Sar tunisina, dove è avvenuto il naufragio, al largo della Libia, ma non c'è stato nessun intervento. Allora la nostra guardia costiera si è recata fino al largo di Zuwara per salvarli.

I superstiti hanno raccontato, sotto shock, i terribili momenti in cui il barchino in ferro su cui viaggiavano è stato colpito da un'onda che lo ha fatto ribaltare. Tutti sono finiti in acqua. Solo in 15 avevano il salvagente, ma non sono riusciti a farcela. Soltanto loro sono rimasti a galla e, trasportati lontano dalla corrente, hanno avuto la fortuna di avvistare un barchino senza motore, lasciato alla deriva si presume dopo un trasbordo di migranti e vi sono saliti sopra. Dal naufragio sono rimasti in balia della corrente per 4 giorni, fino a martedì, quando sono stati soccorsi dalla Rimona.

La procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta contro ignoti per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e morte come conseguenza di altro reato. Al momento si sa che il barchino era salpato da Sfax alle 10 di giovedì e che la tragedia è avvenuta a circa 6 ore dalla partenza, mentre il salvataggio è avvenuto martedì. Potrebbe essere questo il motivo per cui non sono stati avvistati cadaveri né dal bulk carrier che ha effettuato il soccorso né dalla motovedetta Cp 327 della nostra guardia costiera: il luogo della tragedia sarebbe lontano da quello del soccorso avvenuto 4 giorni dopo e, inoltre, molti corpi sarebbero affondati. In queste ore i superstiti vengono sentiti dagli investigatori della Squadra mobile di Agrigento, assistiti dai mediatori culturali e dagli interpreti, per ricostruire la dinamica esatta della tragedia che avviene a due giorni da un naufragio al largo della Tunisia, costato la vita a 11 persone e ci sono 51 dispersi e di altri due naufragi al largo di Lampedusa, che ha fatto registrare 2 morti (una donna e un bambino) e 30 dispersi, mentre 57 persone sono state soccorse e condotte a Lampedusa.

Nell'hotspot dell'isola ieri c'erano 1.577 migranti. Dopo giorni di blocco dei trasferimenti per le cattive condizioni del mare, ieri sono stati trasferiti 1.107 migranti: in mattinata 557 a Porto Empedocle col traghetto Galaxy, poi 400 ad Augusta con nave San Marco e in serata 150 su nave Cossyra hanno raggiunto Porto Empedocle. Sono 93.754 i migranti giunti sulle nostre coste da inizio anno a fronte di 44.951 dell'anno precedente. Di questi, 4.596 sono arrivati soltanto nei primi 9 giorni di agosto, mentre luglio ha toccato il record di 23.639 sbarcati. In tutto i minori non accompagnati sono 9.857, con dati del Viminale aggiornati al 7 agosto.

La maggior parte degli approdati (12%) proviene dalla Guinea e dalla Costa d'Avorio, mentre per l'8% sono egiziani e tunisini.

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