Un altro voto segreto, quelle strane manovre per salvare la Salis

Di solito sulle autorizzazioni la votazione è palese. Il Ppe ha deciso l'ok alla revoca dell'immunità

Un altro voto segreto, quelle strane manovre per salvare la Salis
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"Noi siamo e saremo sempre garantisti, ma l'immunità parlamentare serve a tutelare i parlamentari nello svolgimento del loro mandato, non possiamo trasformarla in uno scudo per evitare processi su fatti avvenuti prima dell'elezione": così il portavoce di Forza Italia Raffaele Nevi celebra ieri la ritrovata compattezza del centrodestra sulla sorte di Ilaria Salis, l'eurodeputata italiana la cui sorte verrà decisa mercoledì prossimo dal Parlamento di Strasburgo. A allontanare le ombre di una spaccatura, l'annuncio ufficiale da parte del Partito popolare europeo che ieri - dopo giorni di incertezze e polemiche - assicura il voto favorevole alla revoca dell'immunità alla Salis, che dovrebbe così affrontare il processo che la attende in Ungheria per i violenti pestaggi di alcuni militanti di destra nel febbraio 2023.

Le polemiche erano sorte dopo il voto della Jura, la commissione giuridica dell'Europarlamento, che con un solo voto di scarto e a scrutinio segreto aveva negato la revoca dell'immunità: col robusto sospetto che i franchi tiratori provenissero dalle file del Ppe, nell'ambito di un accordo sottobanco con le sinistre destinato a salvare anche il popolare ungherese Magyari. Ma il rischio che anche in aula il 7 ottobre arrivino voti imprevisti pro-Salis resta forte, anche perché - come ha annunciato ieri la presidenza di Strasburgo - anche il voto plenario sarà a scrutinio segreto. È una decisione che contrasta con le prassi costante, che ha quasi sempre visto il voto sulle autorizzazioni a procedere venire espresso per alzata di mano, ma che è stato disposto su richiesta dei socialisti e delle sinistre, che hanno depositato 144 firme convinti di poter ottenere nel segreto dell'urna la cinquantina di voti che mancano per salvare la Salis.

Delle manovre di ogni genere per togliere dai guai l'ex militante antagonista milanese si è duramente lamentato con la presidente dell'Europarlamento Roberta Metsola il deputato di Fdi Mario Mantovani. In una lettera inviata alla Metsola Mantovani denuncia la trasformazione dell'immunità in "merce di scambio politico", dove i procedimenti a carico dei deputati arrivano in commissione "con un testo prestabilito": difesa ad oltranza dei parlamentari di maggioranza, e autorizzazioni a procedere per quelli di opposizione. "Nel procedimento relatvo all'on.Salis si è superato il limite.

Si è favorito un mercimonio politico, un'immunità in cambio di un'altra, uno scambio tra convenienze e interessi non detti". "Oggi provo vergogna, scrive Mantovani, £davanti a una forma deviata di consociativismo che rischia di minare irrimediabilmente la credibilità di questa Camera in tema di immunità parlamentari".

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