Come amarsi ai tempi del contagio

Baci e abbracci vietati, ma la quarantena in casa ci riavvicina. E se fosse questo l'antidoto?

Come amarsi ai tempi del contagio

Trovato il vaccino per debellare il coronavirus. Trattasi dell'Amore. Ebbene sì, senza essere troppo romantici e zuccherosi, basta consultare lo studio pubblicato dal giornale Psychoneuroendocrinology (vi siete riprese/i dall'apnea della lettura?) che riporta il verdetto: l'innamoramento si associa a una più intensa attività di alcuni geni coinvolti nelle difese antivirali.

Sono state effettuate ricerche su un campione di quarantasette donne che, durante due anni, si sono sottoposte a controlli del sangue nel periodo di nuove relazioni determinando che coloro che si erano nuovamente innamorate erano in possesso di un numero maggiore di geni dell'immunità, le altre, le «fedelissime» erano, invece, più fragili a raffreddore, tosse e alterazioni febbrili. Non è scoria del carnevale ma tutta roba seria, accertata e, di questi tempi, serve come vitamina mentre siamo vittime di paure e prudenze, in brevissimo tempo trasformate in terrore e panico. La distanza droplet è l'ultimo avviso ai naviganti, là dove il sostantivo anglosassone sta per goccioline, quelle che sgorgano dal nostro corpo, dalla nostra bocca, dai nostri occhi, lacrime non di sofferenza e di dolore ma di gioia e amore, per l'appunto. Maledetto virus incoronato, non vincerai. L'amore innanzitutto, con tutti gli annessi e connessi, uno sguardo, un sospiro, un bacio e poi. E poi altro, dunque il desiderio, carburante per esistere e resistere, fuga per la vittoria contro il destino cinico e baro che ci isola. Ma non è forse l'isolamento, la quarantena a riavvicinarci? Non è questo momento di aggregazione a distanza, di vicinanza forzata, la migliore prigione per tornare ad amarsi? A viverlo questo amore che è un sostantivo di cinque lettere abusato ai massimi, perché ormai si va spicci, scambiando il desiderio e la passione per possesso e proprietà. Ora qualcuno sta già pensando che queste parole siano un invito a giacere con successivo accoppiamento, ovviamente dopo essersi lavate le mani per secondi sessanta, seguendo le indicazioni della D'Urso o di Amadeus ma cadono in un errore marchiano.

Perché questo non vuole essere un bignamino siffrediano ma la riscoperta di qualcosa che abbiamo smarrito e che ritroviamo grazie all'ufficio di igiene, alle raccomandazioni dei medici. L'amore trionfa di nuovo, l'amore per la vita, un disinfettante naturale che non è mai esaurito in farmacia, semmai nelle nostre dimore. E così anche una mascherina diventa un simbolo civettuolo, dietro al quale si muovono labbra e si sussurra, non si strilla più, si mormora una parola di conforto, una richiesta di aiuto ma, soprattutto, il bisogno di tornare a conoscersi, a vivere assieme, a rianimarsi e a riamarsi. Il bacio diventa un traguardo e non la stazione di partenza, è la conquista di quello che pensavamo di perdere. Al posto di una rosa offriamo una saponetta, puliti si vince. Mi vengono in mente le scene di certi filmetti nostrani nei quali le donne, bellissime, passavano minuti sotto la doccia, detergendosi ogni parte del corpo. Bene, ci risiamo, stavolta non è una commedia sexy ma una necessità, in fondo lavarsi è amare, scacciare lo sporco dalla pelle e, perché no?, dalla mente. E poi vengano pure la mascherina, l'amuchina, diminutivi per una vicenda più grande di noi ma che abbisogna di una pausa di riflessione, un po' d'amore. Prima di andare a letto, basterebbe leggere, quasi ascoltando una voce lontana, un sussurro:

Ti meriti un amore che ti voglia/ spettinata/ con tutto e le ragioni che ti fanno/ alzare in fretta,/ con tutto e i demoni che non ti/ lasciano dormire. I meriti un amore che ti faccia/ sentire sicura,/ in grado di mangiarsi il mondo/ quando cammina accanto a te,/ che senta che i tuoi abbracci sono/ perfetti per la sua pelle./ Ti meriti un amore che voglia ballare/ con te,/ che trovi il paradiso ogni volta che/ guarda nei tuoi occhi,/ che non si annoi mai di leggere le/ tue espressioni.

/ Ti meriti un amore che ti ascolti/ quando canti,/ che ti appoggi quando fai la ridicola,/ che rispetti il tuo essere libera,/ che ti accompagni nel tuo volo,/ che non abbia paura di cadere./ Ti meriti un amore che ti spazzi via le/ bugie/ che ti porti il sogno,/ il caffè/ e la poesia. (Frida Khalo)

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