New York. Audizione show al Congresso Usa, dove è andato in onda un duello a distanza tra il test chiave della seconda giornata di interrogazioni pubbliche sull'ipotesi di impeachment del presidente americano e Donald Trump in persona, che ha risposto alle accuse in diretta a colpi di tweet. Ieri a Capitol Hill la protagonista è stata l'ex ambasciatrice Usa a Kiev, Marie Yovanovitch, la quale ha duramente attaccato il tycoon dicendo di essersi sentita «minacciata» dalle sue parole quando, parlando con il presidente ucraino Voldymyr Zelensky, la descrisse come una «cattiva notizia», e assicurò che presto se ne sarebbe andata. «Nel leggere la trascrizione della telefonata ero scioccata e devastata», ha precisato, definendo gli attacchi di Trump «molto intimidatori», così come la campagna diffamatoria messa in piedi dal suo avvocato personale, Rudy Giuliani.
Yovanovitch ha poi spiegato che «è stato terribile sentire» del suo licenziamento senza motivo e ha ribadito che «la strategia politica americana sull'Ucraina è stata gettata nel caos». Accuse a cui lo stesso Trump ha risposto in tempo reale. «Ha fatto male ovunque e il nuovo leader di Kiev mi parlò male di lei», ha tuonato su Twitter mentre la diplomatica testimoniava, ribadendo poi che «un presidente ha tutto il diritto di nominare gli ambasciatori che vuole». Un cinguettio che ha scatenato la bufera tra i democratici. Il capo della commissione intelligence Adam Schiff, che coordina le indagini per l'impeachment, ha definito la mossa «un reato» e «un tentativo non solo di intimidire l'ambasciatrice, ma anche tutti gli altri che vogliono farsi avanti». E poi ha detto a Yovanovitch, invitandola a rispondere in diretta tv: «Il presidente la sta attaccando in tempo reale, e qui prendiamo molto sul serio le intimidazioni ai testimoni». «In realtà penso che dove ho prestato servizio negli anni - ha sottolineato la diplomatica - io e altri abbiamo dimostrato che le cose sono migliorate». Mentre la portavoce della Casa Bianca, Stephanie Grisham, ha commentato: «Il tweet non è stato intimidazione di testimoni, ma semplicemente l'opinione del presidente».
Una brutta notizia per il tycoon, intanto, arriva da Giuliani, figura centrale nell'Ucrainagate, che ora è indagato dalla giustizia federale a New York nell'ambito di un'inchiesta su alcune sue operazioni finanziarie. Con possibili accuse che vanno dalla violazione delle regole sui finanziamenti elettorali all'azione illegale di lobby all'estero, passando per il reato di cospirazione e per quello di corruzione di funzionari, anche stranieri. La Casa Bianca, nel frattempo, ha diffuso - come aveva annunciato - la trascrizione della prima telefonata tra Trump e il presidente ucraino avvenuta il 21 aprile, subito dopo l'elezione di Zelensky.
Dalla chiamata non emergono pressioni da parte di The Donald che invece, nel complimentarsi per la vittoria elettorale, ha ricordato quando era proprietario di Miss Universo: «Eravate sempre ben rappresentati...», ha scherzato, provocando la risata di Zelensky.
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