Roma Unioni civili: la legge c'è ma manca il decreto e il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, viene messo sulla graticola anche dall'Arcigay. La comunità degli omosessuali è indignata ma allo stesso tempo ironizza lanciando su Twitter l'hashtag Angelinomollaildecreto. Pietra dello scandalo la mancata emanazione del «decreto ponte» che serve per determinare la prassi burocratica con la quale celebrare le unioni civili tra coppie dello stesso sesso. Decreto che deve essere promulgato dalla Presidenza del Consiglio su input del Viminale, ovvero del ministro Alfano. I termini per la sua pubblicazione sono scaduti il 5 luglio ma del decreto non c'è traccia e dunque sui social si rincorrono le sollecitazioni al ministro ora indignate ora ironiche. Certamente il fatto che Alfano si sia dichiarato contro le nozze gay induce a ritenere che questo ritardo sia voluto e infatti ieri Gabriele Piazzoni, segretario generale dell'Arcigay ha diramato un comunicato di protesta. «Mentre ai municipi risultano giunti i moduli e le istruzioni per la registrazione delle convivenze tra omo o eterosessuali - fa notare Piazzoni-, non c'è traccia degli applicativi, seppur provvisori, relativi alla formalizzazione delle unioni civili, che invece riguardano solo le coppie formate da persone dello stesso sesso». Dunque Arcigay esorta Alfano «a produrre quanto dovuto e a non giocare l'ennesima scorretta battaglia politica abusando del ruolo di ministro».
Quello del Viminale sarà un decreto provvisorio perché decreti attuativi definitivi spettano al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che ha termini inderogabili per emanarli ma più dilatati, fino all'inizio di dicembre. Comunque la legge c'è. I sindaci potranno celebrare le unioni con il rischio però di misure diverse per ogni Comune.
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