
L'Italia "è oggi in una migliore posizione di qualche anno fa, ma il livello del debito continua ad essere alto, è dunque importante continuare gli sforzi per ridurlo". Con queste parole, il capoeconomista dell'Ocse, Alvaro Santos Pereira (in foto), ha sintetizzato la sfida per il nostro Paese nel corso della presentazione dell'Economic Outlook d'autunno. Insomma, le politiche di Giorgetti hanno passato un altro esame: era da una decina d'anni (ai tempi del Jobs Act) che l'organizzazione parigina non individuava un elemento positivo. Tuttavia, nella gestione del debito resta fondamentale "mantenere dei cuscinetti di risorse qualora si verificassero degli shock" legati alle tensioni commerciali o alla situazione geopolitica.
Il rapporto conferma per l'Italia una crescita del Pil pari allo 0,7% nel 2024, che rallenterà allo 0,6% nel 2025 e resterà allo 0,6% nel 2026. Si tratta di valori invariati rispetto alle previsioni di giugno, quando l'Ocse aveva già ridotto le stime. Pereira ha spiegato che "occorre continuare sulla via delle riforme strutturali, in particolare semplificare la burocrazia e ridurre la complessità della regolamentazione". Inoltre, ha aggiunto, "sostenere la produttività sarà un fattore chiave ed è essenziale continuare a investire nelle competenze". Tra gli elementi positivi anche il calo del tasso di disoccupazione ma la dinamica dei salari reali resta frenata dall'inflazione, in particolare nella seconda metà del 2024. Quanto ai prezzi, per l'Italia l'Ocse prevede un'inflazione dell'1,9% nel 2025 (in lieve calo rispetto al 2% stimato. L'istituzione parigina evidenzia infine la pressione dei prezzi alimentari, notando che "l'aumento è stato particolarmente forte in Giappone, ma anche altri Paesi come il Sudafrica, il Regno Unito, la Corea del Sud, l'Italia e l'Indonesia hanno conosciuto un'accentuazione dei prezzi alimentari".
In questo quadro, l'Eurozona appare in una fase di ripresa moderata. L'Ocse ha migliorato la stima di crescita per il 2025 all'1,2% (da +1% di giugno), pur riducendo quella per il 2026 all'1%. L'espansione, spiega, sarà "in qualche modo compensata da condizioni di credito più favorevoli", ma il consolidamento di bilancio atteso in Italia e Francia potrebbe frenare lo slancio. Una conferma che per l'Ocse l'austerity continua a precedere le esigenze di crescita.
Anche Standard & Poor's Global Ratings nel suo Economic Outlooke ha confermato che la crescita dell'area resterà contenuta all'1,1% quest'anno, per poi rafforzarsi fino all'1,4% nel 2027, sostenuta dal buon andamento del mercato del lavoro, dal basso livello dei tassi di interesse e dalle politiche fiscali espansive in Germania. L'Italia, in questo contesto, si manterrà su tassi di espansione dello 0,6% nel 2025 e dello 0,8% nel 2026, con inflazione all'1,7% in entrambi gli anni.