Ancora una volta l'ateneo è ostaggio dei "collettivi"

I movimenti impedirono anche la visita di Ratzinger. E a pagare il conto sono i veri studenti

Ancora una volta l'ateneo è ostaggio dei "collettivi"

Mentre gli anarchici compiono attentati in giro per l'Italia colpendo commissariati, incendiando auto della polizia, minacciando le istituzioni e prendendo di mira le sedi diplomatiche all'estero, nella principale università pubblica italiana va in scena un'assemblea contro lo Stato. I movimenti Cambiare Rotta, Osa e gli anarchici hanno occupato la facoltà di Lettere e Filosofia de La Sapienza di Roma per solidarietà con Alfredo Cospito esponendo uno striscione sulla facciata: «Lettere occupata. Al fianco di Alfredo contro 41bis, ergastolo e ostatività».

«È stato detto che lo Stato non si arrende ma è solo grazie alla mobilitazione che siamo riusciti ad avere qualche cosa» ha affermato uno dei componenti dell'assemblea aggiungendo: «Gli anarchici non fanno trattative con lo Stato. Alfredo non fa trattative con lo Stato».

Non solo i veri studenti non hanno potuto utilizzare gli spazi dell'università perché occupati, ma addirittura è avvenuta un'assemblea in cui, a finire sul banco degli imputati, non è stato chi ha realizzato due attentati contro i Carabinieri e gambizzato l'Ad di Ansaldo nucleare, ma le istituzioni. Addirittura l'università è stata tappezzata di manifesti con la scritta «Chi sono gli assassini di Alfredo Cospito» e le foto, tra gli altri, di Mattarella, Cartabia, Nordio, Meloni. Invece di rappresentare un luogo di dibattito e confronto, in questi anni la Sapienza è stata spesso oggetto di occupazioni ed episodi di censura.

Il caso più eclatante riguarda Joseph Ratzinger. Nel 2007 papa Benedetto XVI fu invitato dal rettore a inaugurare l'anno accademico dell'Università ma, a causa delle proteste dei collettivi e di alcune associazione studentesche che occuparono la sede del Senato accademico e il rettorato, il pontefice fu costretto a rinunciare al suo intervento. Più di recente, a ottobre dello scorso anno, fu impedito lo svolgimento di una conferenza di Azione Universitaria sul capitalismo con ospite, tra gli altri, il giornalista Daniele Capezzone, accusato di fascismo. Al grido di «fuori i fascisti dalla Sapienza» sono avvenuti negli ultimi anni numerosi episodi: dai volantini strappati alle minacce dei collettivi «dovrei accoltellarti solo perché sei di FdI».

Chi siano i «fascisti» è presto detto: chiunque non sia d'accordo con i collettivi e sia contrario alle occupazioni. Se ogni scusa è buona per occupare (a marzo dello scorso anno il motivo era la guerra in Ucraina), questa volta si è superata una linea rossa che non andrebbe mai varcata ma che testimonia il carattere antidemocratico dei collettivi.

Chi ci rimette, ancora una volta, sono tutti gli studenti costretti a sottostare ai diktat di chi non perde occasione per prendere in ostaggio le università addirittura solidarizzando con chi compie attentati. È ora di finirla.

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