"In 20 anni di Porta a Porta Vespa non si è mai occupato del delitto Mattarella e non ha mai invitato in studio il fratello, oggi presidente della Repubblica. Adesso invita il figlio del carnefice. È questo il nuovo servizio pubblico?". A chiederselo è il deputato renziano Michele Anzaldi, membro della commissione di Vigilanza Rai, che, contattato telefonicamente da ilgiornale.it, è tornato ad attaccare Bruno Vespa per la presenza del figlio di Totò Riina come ospite di 'Porta a Porta'.
Il deputato ricorda ancora il tweet che scrisse quando Sergio Mattarella venne eletto Presidente della Repubblica: "Questa è la più grande vittoria contro la mafia". Anzaldi, infatti, non è un siciliano qualsiasi ma era lì quel 6 gennaio 1980 quando Piersanti Mattarella, allora presidente della Regione Sicilia, fu ucciso a soli trenta metri di distanza da casa sua. "Era il giorno dell'Epifania e io tornavo con la mia famiglia dal pranzo fatto da mia zia quando trovammo la polizia ovunque", racconta ancora il parlamentare siciliano che ancora non si capacita come Vespa possa invitare in trasmissione il figlio di Riina solo per qualche punto di share in più.
Anzaldi, poi, ha risposto anche alle critiche arrivate da Maurizio Lupi dicendosi meravigliato che arrivassero proprio di un esponente del partito guidato dal siciliano Alfano e ha domandato: "Ma per fare una simile intervista Vespa doveva per forza usare il servizio pubblico? Non poteva farla su uno dei tanti giornali con cui collabora?"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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