È morta tre settimane dopo essere stata immobilizzata, aggredita e rapinata in casa. Non ce l'ha fatta M.S., 94 anni, che il 5 novembre scorso era rimasta in balia di un rapinatore nella sua villa a Magnago (provincia di Milano).
Un uomo di nazionalità italiana si era introdotto di nascosto all'interno e, dopo aver sorpreso l'anziana padrona di casa, l'aveva percossa, spinta a terra e le aveva strappato gli orecchini. Poi si era impossessato di altri gioielli ed era fuggito. Lei, anche se ferita, era riuscita a telefonare a uno dei figli, che abita lì vicino. Era stata ricoverata d'urgenza in ospedale, ma il 28 novembre è morta per le complicazioni della frattura al femore destro.
E ora si aggrava la posizione del rapinatore. Sulla vicenda indagano i militari della stazione di Castano Primo e della compagnia di Legnano. «Sono turbata e sgomenta - dice Carla Picco, sindaca di Magnago -. Chiunque abbia commesso quella rapina è un vigliacco. Conoscevo la vittima. Nonostante l'età era assolutamente autosufficiente: viveva da sola, cucinava, badava alla casa. Mentalmente era lucida. Tutto ciò è assurdo. Diceva di non aver aperto a nessuno, di essersi trovata davanti il ladro all'improvviso. Lei a volte teneva aperta la porta d'ingresso della sua villetta, ma il cancello era sempre chiuso».
E ha lottato e lottato ancora anche Cosimo Damiano Bologna, 50enne di Canosa di Puglia, proprio come aveva fatto quindici giorni fa, quando era entrato in coma per aver difeso un'amica da uno stalker. Ma erano gravi le ferite inferte a colpi di mazza la notte del 13 novembre scorso da un pregiudicato, che perseguitava lei e se l'è presa con lui. I due erano insieme in piazza Terme, quando la donna era stata raggiunta dal 58enne. Offese, calunnie che avevano spinto Damiano a intervenire per proteggerla. Ma quel balordo lo aveva colpito al cranio e al volto, lasciandolo a terra privo di sensi. Immediato l'intervento del 118. Il ferito era stato trasportato nell'ospedale Bonomo di Andria, dove era stato operato e ricoverato in rianimazione.
L'aggressore invece era fuggito su una Jeep Renegate bianca, ma pochi giorni dopo era stato arrestato grazie al racconto di alcuni testimoni e ai filmati delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona. Ora Domenico Bellafede, pregiudicato 36enne, dovrà rispondere di omicidio preterintenzionale. Sul corpo della vittima è stata disposta l'autopsia, su richiesta della Procura di Trani che coordina l'indagine. «L'esempio di coraggio di chi è intervenuto in difesa di una donna - ha commentato il sindaco Roberto Morra - si è trasformato in tragedia e purtroppo Canosa piange una giovane vita spezzata da un gesto di brutale violenza, che si fa fatica a comprendere ma che dobbiamo unanimemente condannare».
Il primo cittadino ha annunciato che il giorno del funerale proclamerà il lutto cittadino: «È necessario che la città si fermi a riflettere sull'accaduto un atto lontano dalla cultura e dal vivere civile della nostra comunità».
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