Ape volontaria al via Ma per le pensioni servono altri sei mesi

In arrivo la firma di banche e assicurazioni. A febbraio le richieste di certificazioni Inps

Ape volontaria al via Ma per le pensioni servono altri sei mesi

Ultimo giro di firme per l'Ape volontaria. L'anticipo della pensione fino a tre anni e sette mesi, sostenuto da un prestito bancario, è una delle misure più attese dai lavoratori sulla soglia della pensione. Sarebbe dovuta partire in questi giorni, ma i tempi si sono allungati, creando non pochi disagi. Sindacati (compresi quelli che hanno bocciato la misura) e i giornali sono stati sommersi da richieste di informazioni e da proteste degli aspiranti pensionandi che contavano di potere ottenere il finanziamento all'inizio dell'anno.

Fino a venerdì mancava all'appello la firma ufficiale degli accordi con banche e assicurazioni, rappresentate da Abi e Ania, bloccate dal parere delle authority competenti. Nel giorni scorsi il via libera del garante della Privacy. Venerdì i due accordi sono stati firmati dal ministero dell'Economia, in queste ore toccherà al dicastero del Lavoro e poi, a strettissimo giro di posta, alle associazioni delle banche e delle assicurazioni.

Le tappe successive sono tutte tecniche, ma non per questo meno complesse. L'Inps deve mettere a punto il portare attraverso il quale i lavoratori potranno fare domanda. I tecnici dell'istituto guidato da Tito Boeri assicurano di essere a buon punto. Verosimilmente sarà tutto pronto per la fine di febbraio.

Poi scatteranno i tempi previsti dalla normativa. Dal sito dell'Inps sarà possibile chiedere la certificazione del diritto, l'ammontare del prestito e della rata da restituire. Tempi, da trenta a settanta giorni. Una volta ottenuto il certificato il lavoratore potrà andare da una banca che aderisce all'operazione e chiedere il finanziamento. Gli istituti di credito devono rispondere entro 15/20 giorni.

La somma erogata partirà dal momento della domanda, quindi con la prima rata «l'apista» potrà incassare più mensilità. I primi assegni dovrebbero arrivare in tarda primavera, inizio estate.

Hanno diritto all'Ape volontaria i lavoratori dipendenti privati e pubblici, autonomi (escluso chi aderisce a casse private) e iscritti a gestione separata, che abbiano compiuto 63 anni e maturato 20 anni di contributi. La pensione teorica calcolata dall'Inps dovrà essere superiore a 1,4 volte il minimo, al netto della rata del prestito. Il richiedente non dovrà avere una pensione di invalidità o di un altra pensione.

L'Ape volontaria, a differenza della versione social che è a carico della fiscalità generale, è pagata interamente dal lavoratore. L'anticipo, che può andare da sei mesi a tre anni e sette mesi, deve essere restituito in 260 rate pagate attraverso una trattenuta sulla pensione e spalmate in 20 anni. Nei costi vanno calcolati il tasso di interesse sul finanziamento e il premio assicurativo. Una polizza che copre il rischio di morte del pensionato prima dei 20 anni. Ancora da definire il tasso di interesse, che sarà calcolato periodicamente, ma rimarrà invariato per il singolo. Si può comunque ipotizzare un costo complessivo tra il 4 e il 5% per ogni anno di pensione anticipata. La decurtazione della pensione potrà quindi essere, per il massimo dell'anticipo, di circa 12-15%.

Il rateo non può superare il 30 per cento della pensione. Sarà l'Inps in fase di certificazione a verificare i requisiti.

Tra gli aspetti meno conosciuti dell'Ape volontaria, il fatto che chi la percepisce potrà anche restare al lavoro, percependo sia la rata

l'anticipo della pensione sia lo stipendio. In sostanza l'Ape, più che un ammorbidimento dei requisiti previdenziali, è un finanziamento vero e proprio, rivolto a una classe di età che può avere difficoltà a ottenere prestiti.

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