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Aperture, l'ira dei centri commerciali

Grandi catene chiuse nei weekend, protestano Lega e Fdi. Caso spiagge: spariti i divieti

Aperture, l'ira dei centri commerciali

Niente riaperture dei centri commerciali nei week end. Nel decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale sparisce l'indicazione che compariva invece nelle bozze, e che prevedeva la possibilità di aprire nei fine settimana dal 15 maggio. «È una scelta inaspettata e senza alcuna spiegazione - accusa il presidente di Federdistribuzione, Alberto Frausin - Prendiamo atto che la riapertura dei centri commerciali durante il fine settimana è stata cancellata. Non possiamo accettare che le aziende del commercio, che hanno sempre risposto con responsabilità durante tutte le fasi dell'emergenza pandemica, non abbiano una prospettiva certa sulla data di riapertura dei punti vendita, a differenza di tutti gli altri settori».

Una mancanza che innesca l'ennesimo scontro politico, col leader della Lega Matteo Salvini, che dopo l'attacco sul coprifuoco rimasto alle 22, alza di nuovo il tiro: «Cancellata con un vero e proprio blitz la riapertura dei centri commerciali nei weekend a partire dal 15 maggio: ennesimo schiaffo al buonsenso, al lavoro, alla libertà, agli accordi. Il Decreto era immodificabile per pranzare al chiuso e per togliere il coprifuoco alle 22, ma è stato ritoccato per ammassare più studenti sui mezzi pubblici e per punire il commercio. Così non va». Perplessità arrivano però anche dal Pd, perché i centri commerciali «devono poter programmare le riaperture anche nei giorni festivi e prefestivi - dice la dem Alessia Morani - In questi mesi hanno investito per garantire la sicurezza dei clienti, con protocolli molto stringenti. Ora hanno la necessità di poter programmare le aperture, anche nei fine settimana e nei giorni festivi e prefestivi. Auspico che il governo, se i dati sui contagi lo consentiranno, possa programmare al più presto anche questa possibilità per un settore che ha già sopportato grandi sacrifici». Fratelli d'Italia parla di «limitazione inaccettabile alla libertà personale» e di «ennesimo schiaffo».

Ma il decreto che detta le riaperture dal 26 aprile lascia anche altri dubbi «per il quali abbiamo avanzato richiesta di chiarimenti urgenti al Governo», denuncia Confesercenti. «Il consumo al banco all'interno dei bar per noi è legittimo, ma non è esplicitamente definito. Incertezze anche sui dehors chiusi e sulle manifestazioni fieristiche del commercio su aree pubbliche. Non sono chiari nemmeno tempi e modalità di riavvio dell'attività dei balneari». Sulla riapertura degli stabilimenti balneari, che non compaiono nel decreto, è intervenuto però il ministro per il Turismo Massimo Garavaglia: «Non esistono limitazioni per l'accesso alle spiagge - chiarisce - Per questo motivo non c'è nel decreto una data di riapertura delle spiagge, in quanto non esiste una legge che le chiuda.

Di conseguenza, gli operatori possono attivare gli impianti».

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