Coronavirus

App "Immuni" ancora nel caos. Apple e Google non la vogliono

Conte: "No a limitazioni per chi non la scarica. Ma sarà determinante averla". I big del web: così privacy a rischio

App "Immuni" ancora nel caos. Apple e Google non la vogliono

«L'app Immuni sarà necessaria, ma non ci saranno limitazioni per chi non la scarica. L'alternativa al tracciamento è mantenere la stretta». Insomma, il premier Giuseppe Conte durante l'informativa al Senato è stato perfettamente chiaro: sarà il solito caos.

La fase 2 di uscita dall'emergenza parte dunque con le idee più confuse che mai anche dal punto di vista tecnologico, visto che tra l'altro sul tema il ministro Pisano e il commissario speciale Arcuri pare siano stati scavalcati da Vittorio Colao. E così il caso dell'app che dovrebbe evitare un ritorno dell'epidemia è già in mezzo al fuoco incrociato dei paladini della privacy a selfie alterni. Con una premessa doverosa: Bending Spoons - la società milanese che ha prodotto l'applicazione scelta da (tutti?) i 74, dicasi 74, esperti voluti dal ministero dell'Innovazione ha fatto un ottimo lavoro. Il problema è a chi poi l'ha messo in mano.

Insomma: la tragicommedia dell'app che dovrà avvertirci nel caso di positività al Covid-19 di qualche vicino di ufficio o di negozio, passa per la classica scenetta del cane che si morde la coda. Perché la cosa più incredibile che Apple e Google loro sì al lavoro per un'applicazione unica che rispetterà la privacy (vedere per credere le linee guida pubblicate sul sito www.apple.com/covid19/contacttracing/) - hanno fatto sapere che al momento Immuni non potrebbe essere messa sui loro store. In pratica: l'app c'è, ma così com'è non potrà funzionare su nessuno smartphone, iOs o Adroid che sia. E il motivo è chiaro: mancano ancora le linee guida e la garanzia di effettiva sicurezza personale. Ovvero non si sa su quale server finiranno i dati («pubblico e italiano», ha assicurato Arcuri), chi vi potrà accedere, se davvero - appunto - scaricarla sarà volontario. Tutte cose che il governo ancora non ha esplicitato bene. Così come ancora non si è a conoscenza dei tempi di sperimentazione, tanto che addirittura si parla di un'operatività nel mese di giugno. Domanda: ci sarà ancora il virus?

Nel frattempo il caos impera. Con le accuse a Bending Spoons di avere nell'azionariato anche un fondo cinese (cosa che però capita con la stragrande maggioranza delle start up digitali) e di far parte di un consorzio no-profit svizzero. Che usa un server centralizzato per archiviare i dati raccolti dalle aziende aderenti, soluzione contraria alle richieste dell'Unione Europea. Nel caso di Immuni però il server sarebbe gestito dal governo, ma resta il problema della mancata decentralizzazione che invece Apple e Google garantiscono. E poi continua il proliferare di applicazioni concorrenti, che porta al risultato vanificare ogni sforzo di controllare il virus. L'ultima si chiama Sm-Covid-19 ed è stata prodotta da una software house campana che si chiama SoftMining, già al lavoro da tre mesi. La cosa buffa è che funziona esattamente come Immuni e che è già stata scaricata da più di 10mila utenti: lavora con un tracciamento a corto raggio via bluetooth, requisito indispensabile per garantire l'anonimato del suo possessore. SoftMining era in gara con uno dei 339 progetti arrivati al Ministero, la risposta è stata solo un «grazie» via mail. Perché anche per quanto riguarda la scelta finale c'è stata una stranezza: non esiste una graduatoria e i 74 esperti hanno firmato un accordo di segretezza.

Il premier Conte ieri ha in ogni caso rassicurato, se così si può dire: «Un team composto dal ministero dell'Innovazione, dal ministero della Salute e da esperti in sicurezza cibernetica - ha detto durante l'informativa - sta affiancando il Commissario Arcuri al fine di implementare questa applicazione nel migliore dei modi e con le più elevate garanzie». Chi faccia parte di questo team lo sapremo forse nel passaggio in Parlamento che ha promesso. E mentre il teatrino di cui sopra prosegue, finirà che i due colossi informatici a cui affidiamo tutti i giorni la nostra identità digitale (per poi preoccuparci della nostra privacy) ci risolveranno il problema con la loro app unica, sicura e anonima. Perché in fondo, d'altronde, nel caos a un certo punto spunta l'ordine.

Mondiale.

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