Politica

Appello per il «piccolo eroe» di Milano «A Gabry serve un donatore di midollo»

Ha 19 mesi e una rara forma di anemia. La gemellina non è compatibile

Gioia Locati

È stato chiamato Gabriele come l'Arcangelo, l'angelo dell'annuncio più importante. E ora che Gabry ha 19 mesi e convive con una rara forma di anemia, un annuncio per lui viaggia tra social, tivù e giornali: c'è bisogno di un donatore di midollo compatibile per salvargli la vita.

Per mamma Filomena e papà Cristiano la speranza è riposta in un giovane su centomila. È questa la percentuale di salvezza, «ci vuole un gemello genetico - spiegano all'Admo, l'associazione che riunisce i donatori di midollo osseo - e la compatibilità deve essere del 100%». Per scoprire se si è tra i possibili donatori basta sottoporsi a un prelievo di sangue. L'appello è rivolto principalmente a giovani maschi fra i 18 e i 35 anni (ma tutti possono rispondere) perchè, avvertono dall'Admo «da donatori di quell'età vi è più possibilità che il trapianto abbia un buon esito».

Gabriele è nato 19 mesi fa all'ospedale Niguarda di Milano, colpito da Sifd (anemia sideroblastica con immunodeficienza delle cellule B), soffre di febbri periodiche e ha un ritardo dello sviluppo: al momento gattona e non riesce a reggersi in piedi sulle gambe. Leggiamo sulla pagina Facebook «Gabry, little hero» che Gabry ha una sorella gemella, Benedetta, sana, che però non è geneticamente compatibile. Da qui l'appello per cercare un donatore. «Non farlo domani, fallo subito» è l'invito: «Se sei sano, pesi almeno 50 kg e hai tra i 18 e i 35 anni iscriviti al Registro dei potenziali donatori di midollo osseo (www.admolombardia.org), ti ricontatteremo per fissare il colloquio col medico e il prelievo di sangue».

Da quando è nato, Gabry è stato ricoverato quindici volte, il primo a 20 giorni di vita, a causa della debolezza del suo sistema immunitario. È seguito dagli Spedali Civili di Brescia, al momento non è in ospedale e vive con i genitori e la sorellina a Milano.

Questo appello segue di pochi mesi quello lanciato dalla famiglia di Alex, il piccolo residente a Londra e operato al Bambin Gesù di Roma. Affetto da una rara malattia del sangue, Alex era arrivato in Italia lo scorso autunno dall'Ospedale Great Ormond Street ed è rientrato a casa prima di Pasqua. L'intervento è stato possibile grazie alle cellule donate del padre opportunamente trattate al Bambin Gesù. Il bimbo era stato dapprima sottoposto a una terapia mirata a distruggere le cellule portatrici del difetto genetico, poi ha potuto ricevere le staminali del papà. Trascorso il periodo di osservazione per tenere sotto controllo eventuali complicanze e rigetti, è rientrato a casa.

Nei mesi precedenti il trapianto in molti avevano risposto all'appello per salvarlo. Davanti alle università, gli studenti affollavano gli stand dell'Admo per sottoporsi al prelievo. La banca dati dei donatori si era arricchita in pochi giorni. I genitori commossi avevano ringraziato per lo «tsunami di solidarietà».

Che ci auguriamo identico per Gabry.

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