Appendino ritorna da Conte. E i riformisti Pd si svegliano

Appendino ritorna da Conte. E i riformisti Pd si svegliano
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Chiara Appendino batte in ritirata. Le "bastonate" dei contiani spengono le fiammate di guerra. L'ex sindaco di Torino è rientrata all'ovile, deponendo l'ascia contro Giuseppe Conte. L'opposizione interna è durata meno di un week end. Ieri è arrivata la resa di Appendino (foto), che si è dimessa dall'incarico di vicepresidente dopo il flop elettorale del M5s in Toscana. Ora sprigiona parole al miele per l'avvocato del popolo: "In questi giorni la nostra comunità è chiamata ad esprimersi con il voto e l'ho fatto anch'io votando per la riconferma di Giuseppe Conte. Ieri Giuseppe ha dato un messaggio potente e necessario che condivido" (fino a ieri non condivideva nulla). "Il Ms5 deve essere libero e pronto ad allearsi solo sulla base di patti programmatici, blindati e coerenti con i nostri valori. Questa è la traiettoria, non possiamo essere scontati in nessuna alleanza. Finalmente torniamo a marcare le distanze da un campo largo in cui non possiamo essere costretti a stare. Al testardamente unitario, dobbiamo essere testardamente coerenti". Appendino aveva provato ad alzare la testa nel M5s, sperando di fare il controcanto a Conte. Sono bastate le bastonate dei fedelissimi di Conte, da Taverna a Gubitosa, per far rientrare la polemica. Bastonate accompagnate dalle minacce di non ricandidare Appendino al Parlamento nel 2027. La paura della poltrona stravince. Chi invece sta alzando la voce del Pd è l'ala riformista. Rinvigorita dai passi falsi di Schlein sulle accuse al governo di minare la libertà di stampa in Italia, l'ambiguità su Israele e l'appiattimento su posizioni radicali. Le manovre per "commissariare" Schlein in vista delle elezioni politiche sono partite. Si punta a creare un cordone di sicurezza attorno alla segretaria anche da parte dei suoi sostenitori. È questo lo scopo della riunione di corrente convocata a Montepulciano da Dario Franceschini, Andrea Orlando e Roberto Speranza. Tutti e tre hanno sostenuto Schlein alle primarie. Ma non si fidano delle sue scelte e vogliono orientarne le decisioni. Chi invece si prepara a sfidarla a viso aperto è Pina Picierno. La vicepresidente del Parlamento europeo riunisce a Milano, al teatro Parenti, la corrente riformista che guarda ad Antonio Decaro per la leadership nazionale. Pina Picierno avverte: "Serve chiarezza nel Pd". Piero Fassino: "Riformisti vera alternativa di governo". La segreteria Schlein liquida l'iniziativa: "Bene confronto, ora concentrati su manovra e regionali".

Contro i piani di Schlein si muovono anche i vecchi ulivisti. Arturo Parisi, prodiano di ferro, lancia in pista Paolo Gentiloni: "Il problema del Pd si chiama estremismo". Parole che fanno fischiare le orecchie di Elly.

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