Tra gli scavi di Pompei i turisti sono abituati a vedere di tutto: bellezze impareggiabili, certo; ma anche cancelli sbarrati per «assemblea sindacale», aree transennate per «lavori in corso», settori off limits per «carenza di personale», cartelli che invitano a «non dare da mangiare ai cani randagi» che si aggirano tra le antiche domus. Ma un bel «scavi chiusi per rapina» - questo no - non si era ancora mai ammirato.
La lacuna è stata prontamente colmata ieri «grazie» al blitz di una banda di rapinatori che - sotto gli occhi terrorizzati di decine di turisti - ha preso d'assalto la biglietteria del parco archeologico più famoso del mondo. Armati e col volto coperto da passamontagna due uomini hanno colpito con il calcio della pistola un cassiere e si sono fatti consegnare l'incasso (6 mila euro). Poi sono fuggiti a bordo di un furgone che ha raggiunto l'autostrada facendo perdere le tracce. Attimi d paura tra le centinaia di persone che erano in attesa di acquistare il ticket d'ingresso: «Abbiamo pensato a un attacco terroristico dell'Isis - ha raccontato un turista inglese -: i banditi erano armati e l'impiegato che è stato ferito alla festa sanguinava copiosamente. È stata una scena terribile durata pochi minuti. Immediatamente sono arrivati i carabinieri ma i rapinatori erano appena fuggiti». Ennesima figuraccia davanti al mondo. Sul posto è arrivato anche il soprintendente Massimo Osanna che, fedele al suo proverbiale stile «efficientista», dopo essersi sincerato delle condizioni di salute del cassiere, ha fatto in modo che nel più breve tempo possibile le visite al sito archeologico riprendessero regolarmente.
«I malviventi sono entrati in azione alle 18 sotto gli occhi dei turisti - spiegano gli inquirenti -. I banditi erano in due, sono arrivati a piedi presso una delle tre biglietterie, quella che si trova a Porta Marina. Con il volto coperto hanno minacciato con le armi i bigliettai dell'ingresso di Porta Marina Superiore, ripulendo le casse». La coppia di criminali è poi fuggita su un furgone che ha percorso la strada contromano, guadagnare velocemente l'ingresso dell'autostrada al casello di Pompei Nord.
E mentre le ambulanze soccorrevano i turisti sotto choc, il soprintendente Osanna dichiarava sconsolato: «Che posso dire? Che provo tanta amarezza. Noi facciamo tanti sforzi per Pompei e poi accadono fatti del genere».
L'episodio è stato subito colto dai sindacati dei custodi per denunciare «lo stato di abbandono e di insicurezza in cui è costretto a lavorare il personale che opera negli scavi. Indiremo al più presto un'assemblea». E sai che novità.
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