Argentario, caos sanità. Migliaia di turisti senza guardia medica

Tra Porto Ercole e Porto Santo Stefano il presidio sanitario non funziona. Pazienti inferociti: "Manifestare subito o non se ne esce"

Argentario, caos sanità. Migliaia di turisti senza guardia medica

nostro inviato a Porto Santo Stefano (Grosseto)

Vietato sentirsi male all'Argentario. Splendide località balneari, servizi di alto livello, tutto perfetto. Tranne l'assistenza medica. Lunedì ho vissuto personalmente un'Odissea, che si è poi trasformata in via crucis per me e decine di villeggianti, rimasti a naso all'insù quando hanno scoperto che di due guardie mediche, a Porto Ercole e Porto Santo Stefano, non ne funzionava mezza.

Un problema quanto mai grave per un territorio di 13.500 abitanti e migliaia di turisti. Sono stata punta da un insetto, un mostro direi, che si è divertito a infierire su di me 7 volte. Pochi minuti dopo una mano e una gamba si sono iniziati a gonfiare in maniera esagerata. Con il passare delle ore la situazione è peggiorate: febbre, bruciore, sempre più forte e quei punti sono diventati sempre più rossi e gonfi. In farmacia una dottoressa mi da una crema locale e pasticche di cortisone, invitandomi a farmi vedere da un medico. Ma volendo fare il supereroe ho temporeggiato fino a quando il dolore è diventato insopportabile e un'amica infermiera mi ha fatto un'altra a dose per intramuscolo.

Nessun miglioramento. Così la mia amica decide di accompagnarmi dal servizio guardia medica turistica di Santo Stefano, che dovrebbe in teoria funzionare dalle 14 alle 22. Sono le 16.30 entro nel poliambulatorio ma non c'è nessuno. Le porte degli studi sono aperte, i medicinali a portata di ladro. Attendo mezz'ora poi scovo un cartello: «Il medico è in visita domiciliare chiamare il 118». Assurdo. Meglio correre all'ospedale di Orbetello. Ma correre all'Argentario è un parolone, soprattutto d'estate: un'ora e dieci nel traffico e finalmente entriamo al pronto soccorso. Mezz'ora di attesa per il triage e giunto il mio turno una gentile amministrativa dice laconicamente: «Chi non entra in codice rosso deve attendere ore le consiglio di andare subito dalla guardia medica a Porto Ercole». Detto fatto. Risaliamo in auto, altri trenta minuti di traffico e giungiamo a Porto Ercole. Sono le 19 e trenta. Ma qui un'altra brutta notizia: la guardia medica non c'è. Desaparecido . La porta dell'ambulatorio è sbarrata, nessun numero di reperibilità e fuori una schiera di gente in attesa. Tra loro un bambino con un piede dolorante oscilla tra la rabbia e le lacrime. Mi raccontano che qui accade spesso di trovare chiuso in orario di servizio. Mi faccio forte della mia professione e con gli altri vado nella farmacia di fronte a chiedere spiegazioni. Tra i denti la farmacista: «Sembra che la dottoressa non avesse le chiavi dell'ambulatorio e sia andata a lavorare a Santo Stefano. A quel punto tutti sono inferociti: «Bisogna manifestare o non se ne esce». Sconsolata torno a Santo Stefano, altro cortisone, non mi resta che la cura «fai da te». Ma penso a chi ha un'urgenza e deve fare un'ora di traffico per Orbetello o spostarsi a Grosseto.

«Dispiace per quanto accaduto - tuona il sindaco Arturo Cerruti - da tempo sosteniamo che la sanità sul territorio va potenziata. Siamo abbandonati dalla Regione, che colloca presidi in base alla densità di popolazione. Ma noi non siamo numeri, abbiamo schiere di turisti la questione non è più rimandabile».

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