Niente armi facili. I Cinque stelle non vogliono il Far west, ma nemmeno la Lega di Matteo Salvini è entusiasta all'idea di una legge che porti la sua firma e renda più facile ottenere una pistola. Anche se ad aria compressa.
Siamo lontanissimi dagli Stati Uniti dove un movimento sempre più potente fa pressione per l'open carry, cioè per rendere possibile il trasporto di un mitra a tracolla anche in luoghi pubblici. La proposta di legge firmata da 70 parlamentari della Lega finita al centro del dibattito incide poco. Facilita il possesso di armi, alzando il limite entro il quale è previsto il porto d'armi da 7,5 a 15 joule. Soglia comunque più bassa di quelle in vigore in altri paesi Europei.
Ma Salvini, per salvare il clima favorevole per l'approvazione della Legittima difesa ha deciso di disconoscerla.
Ad affossarla ieri sono nell'ordine, il premier Giuseppe Conte: «Non è un obiettivo del governo quello di incentivare la vendita delle armi. Se ci fossero delle iniziative legislative e parlamentari su questo - ha precisato - saranno iniziative legislative e non governative».
Poi i vertici del M5s, felici di rovinare la festa a Salvini. «Mettiamo un attimo i puntini sulle i: io un Paese con la libera circolazione delle armi non lo voglio. Non lo vuole il Movimento 5 Stelle e sono sicuro non lo vogliano nemmeno gli italiani», ha scritto il vicepremier Luigi di Maio su Facebook. A ruota il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: «Nessun esponente del Movimento 5 Stelle voterà mai una proposta di questo tipo, che non ha niente a che fare con la riforma della legittima difesa». Ruoli rovesciati, con i pentastellati in difesa di una legge, la legittima difesa, che non gli è mai piaciuta.
La reazione di Matteo Salvini è arrivata a stretto giro. «Per quel che mi riguarda che la legittima difesa non significa maggiore diffusione di armi, per me la partita si è chiusa con ieri (giovedì, ndr.)». Poi la stoccata a Di Maio: «Si occupi e preoccupi di ciò che arriva in Parlamento. Non arriverà nessuna proposta in Parlamento sulla maggiore diffusione delle armi».
La proposta di legge firmata dalla deputata leghista Vanessa Cattoi risale all'ottobre 2018, è stata assegnata in commissione l'11 marzo. Niente a che vedere con la Legittima difesa, ma è stata ritirata fuori sull'onda dell'approvazione della legge simbolo della Lega sull'ordine pubblico.
Il provvedimento resterà fermo in commissione Affari costituzionali di Montecitorio. Non ritirato. Pronto per essere utilizzato in un'altra occasione. Magari sull'onda di un fatto di cronaca.
L'obiettivo della proposta è rendere possibile il possesso di armi «per difesa personale» fino al limite di 15 joule. In Francia il limite è a 20, in Gran Bretagna a 17. Si tratta per lo più di armi ad aria compressa. Alternative non letali a strumenti come lo spray urticante.
Comunque una proposta sbagliata per Fratelli d'Italia. Carlo Fidanza ritiene «assolutamente adeguata l'attuale legge sulle armi, non consideriamo quindi necessaria una sua modifica». Il Pd ha rilanciato proponendo una proposta di legge di segno opposto.
«Servono regole stringenti per evitare una diffusione incontrollata delle armi. Presentiamo quindi una proposta di legge che vada in questa direzione», ha annunciato Walter Verini, componente Pd in commissione Giustizia alla Camera.
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