Armi, razzismo, Isis. Cosa chiede il mondo a Hillary e Trump

I dati delle ricerche web di tutti i Paesi sono sorprendenti. E l'Italia "snobba" il duello

Armi, razzismo, Isis. Cosa chiede il mondo a Hillary e Trump

Ogni quattro anni sui giornali di tutto il mondo fiumi d'inchiostro vengono versati per raccontare (e in molti casi sostanzialmente per ri-raccontare) i più vari aspetti del circo politico che porta all'elezione del presidente degli Stati Uniti. I giornalisti si spremono le meningi per evitare banalità e repliche, ma un «aiutino» - confessiamolo - è sempre utile. Per i veri maniaci della materia, il sito «World Potus» (Potus, per chi non lo sapesse, è la sigla che identifica il President Of The United States) è una miniera di informazioni molto specifiche, con un occhio particolare per la percezione che nei diversi angoli del mondo si ha della campagna per la Casa Bianca, per i suoi temi e i suoi protagonisti. I dati sono ottenuti valutando le ricerche effettuate dagli utenti del motore di ricerca Google nel mondo.

Volete sapere in quale Paese si concentra il maggior interesse per la candidatura di Hillary Clinton? La risposta è: il Canada, per vicinanza geografica ma anche per affinità ideologiche con la candidata democratica. E per quella di Donald Trump? La risposta è: sempre il Canada, per ragioni uguali e contrarie. Se vi sorge il dubbio che delle elezioni presidenziali americane si interessino soprattutto i canadesi siete in errore. Il tema appassiona semmai soprattutto il mondo anglosassone nel suo insieme: dopo il Canada infatti vengono l'Irlanda, la Nuova Zelanda, l'Australia e il Regno Unito. In Africa, oltre al Sud Africa che possiamo considerare parte del gruppo di cui sopra, spicca per livello d'interesse il Kenya, che evidentemente sente vicini i temi americani per il tramite del presidente Obama, il cui padre era keniota.

«World Potus» è però interessante da spulciare soprattutto perché mostra nel dettaglio quali sono i Paesi in cui è più viva la curiosità per i singoli candidati in rapporto a temi specifici. Un esempio concreto: quale Paese manifesta più interesse per conoscere l'opinione di Trump sul controllo delle armi? (Norvegia e Svezia, per misteriose ragioni). E in quale si cercano più informazioni sulla posizione dei due candidati sul matrimonio omosessuale? (Nettamente il Belgio, per ragioni ancor più oscure). E via così.

Le ricerche non mancano di fornire risultati anche più inattesi di questi: ci si aspetterebbe, ad esempio, che fossero i Paesi europei o quelli arabi a interessarsi all'incrocio trai due candidati alla Casa Bianca e lo Stato islamico. E invece no: al primo posto c'è largamente il Sud Africa, seguito dal solito Canada, e solo sul quinto gradino troviamo il Libano. Il tema dei rifugiati in rapporto a Trump e Clinton non stimola tanto la curiosità degli europei, quanto quella dei lontanissimi australiani, mentre i coinvoltissimi tedeschi sono solo al terzo posto, evidentemente convinti che decida tutto Angela Merkel.

E l'Italia? Confermando una tendenza piuttosto provinciale, compare raramente tra i Paesi più presenti.

É al nono posto per l'incrocio Trump-rifugiati (ma di quel che pensa la Clinton sull'argomento pare non interessarsi); sale al settimo per quello tra Trump e il petrolio e mostra una piuttosto sorprendente attenzione per le attitudini di entrambi i candidati verso la politica estera (settimo gradino mondiale in entrambi i casi). Stimolano un po' di curiosità tra gli internauti italiani anche i temi della Brexit e dell'aborto. Fine. L'America è lontana? Così sembra a noi italiani. Ma ci sbagliamo.

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