In prima linea, dove fischiano i proiettili, bisogna intendersi con uno sguardo per portare a casa la pelle e il pezzo. La lingua ufficiale è solitamente un dialetto esotico. Al massimo gli unici vocaboli comprensibili sono qualche parola in inglese. La dimostrazione che a torto o a ragione l'idioma dell'Union Jack è la lingua del mondo dal lato oscuro delle guerre a quello più umano.
Per questo il varo di InsideOver.com, l'evoluzione in inglese de Gli Occhi della guerra, è una scelta doverosa e inevitabile per raggiungere un campo sempre più vasto di lettori e sostenitori. Fin dall'inizio dell'avventura de Gli Occhi con Gian Micalessin, compagno di reportage da sempre, mi frullava nella testa l'idea di una piattaforma in inglese al passo con i tempi e rivolta al futuro. ilGiornale.it l'ha realizzata con «Inside the news Over the world» o meglio essere dentro i fatti con uno sguardo aperto sul mondo. Nel mio cuore Gli Occhi della Guerra e le decine di reportage realizzati, grazie a voi lettori che ci avete creduto e sostenuto aprendo il portafoglio, non spariranno mai. Piuttosto diventeranno un progetto più ampio, che non si fermerà alle guerre e coinvolgerà una valanga di collaboratori già pronti a scrivere da tutto il mondo.
Il direttore del Giornale ha colto il senso della sfida: «Il Giornale nasce 45 anni fa per contrastare il pericolo dell'omologazione culturale e questa nuova iniziativa del suo sito va in questa direzione. Ci fa uscire dai confini della nostra lingua per confrontarci su un piano internazionale». Il marchio de Gli Occhi, che nel tempo si è fatto conoscere e apprezzare sul campo, più che sparire dovrà confluire nel nuovo sito in inglese e italiano. L'ultimo video combat realizzato sulla prima linea della battaglia di Tripoli con il logo di InsideOver.com, che si alterna a quello de Gli Occhi fa un certo effetto.
«Il mondo cambia e noi cambiamo con lui. E, per capire cosa accadrà nei prossimi anni, partiamo da qui», spiega l'ad del sito del Giornale.it, che ha lanciato il progetto. Un primo assaggio arriva domani nelle edicole assieme al Giornale. Un magazine che ospita i punti di vista di 13 prestigiosi autori internazionali per capire dove va il mondo. Dal pluripremiato scrittore israeliano Abraham Yehoshua a Rahimullah Yusufzai, che ha intervistato Osama bin Laden e Mullah Omar fino a Robert Baer, ex agente della Cia e collaboratore della Cnn e il russo Dmitri Trenin. Un numero unico per salutare il lancio del nuovo sito, che servirà ad ampliare gli orizzonti sia delle notizie che del bacino di lettori e attrarre sponsor non solo di casa nostra.
Qualcuno potrebbe bollarla come «mission impossible», ma dopo 35 anni di reportage di guerra il mio motto è sempre «memento audere semper». Nell'asfittico panorama mediatico italiano bisogna guardare oltre il nostro provincialismo. Una sfida che può avere successo solo grazie a voi lettori che ci seguite da anni e ai nuovi che conquisteremo nel bacino globale di InsideOver.com. Finalmente potrò indicare un indirizzo web con i reportage in inglese ai tanti protagonisti delle storie di prima linea che ti guardano sempre stupiti davanti ad un sito esclusivamente in italiano.
Il nuovo progetto non si occuperà solo di conflitti ma, fino a quando non appenderò il giubbotto antiproiettile al chiodo, faccio una promessa a voi lettori, il nostro bene più prezioso. Grazie al sostegno, che non ci avete mai fatto mancare, continuerò ad essere con InsideOver.com, sguardo del mondo dentro i fatti, i vostri occhi della guerra.
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