Intesa sul cessate il fuoco a Gaza. Sì di Netanyahu, le piazze in festa

Hamas: "Garanzie Usa, guerra finita". Ostaggi vivi liberi già lunedì o martedì. L’ira della destra

Intesa sul cessate il fuoco a Gaza. Sì di Netanyahu, le piazze in festa
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Il miracolo diplomatico è compiuto. Il fuoco cesserà, probabilmente già da stasera nella Striscia di Gaza. Gli inviati americani Witkoff e Kushner sono arrivati in Israele, Trump è atteso per domenica, pronto a parlare alla Knesset già addobbata con i colori della bandiera americana. E l'entusiasmo è esploso nelle strade di Gaza e nelle piazze israeliane, dove la folla si è abbandonata a canti, preghiere, lacrime e abbracci. I venti ostaggi israeliani ancora in vita saranno liberati lunedì, al massimo martedì. Ed eccolo il miracolo. A distanza di due anni e due giorni dal massacro firmato da Hamas il 7 ottobre 2023 e a sette mesi dalla fine dell'ultima tregua, la mediazione di Donald Trump ha portato alla firma a Sharm El Sheikh, in Egitto, dell'intesa fra Hamas e Israele per l'attuazione della prima fase dell'accordo di pace proposto dagli Stati Uniti. "Ciò significa che TUTTI gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte, duratura e perenne", ha scritto sul suo social Truth il presidente americano, dando l'annuncio con un post reso pubblico pochi minuti prima dell'1 della notte italiana.

"La guerra è completamente finita", commenta soddisfatta Hamas, spiegando di aver "ricevuto rassicurazioni dai mediatori fratelli e dall'amministrazione statunitense". Sulla fine definitiva delle ostilità non ci sono ancora certezze. Ma quel che è ormai sicuro, salvo sgradevoli sorprese dell'ultimo momento, è che i 20 rapiti israeliani ancora in vita e in mano a Hamas da oltre 730 giorni torneranno a casa, in Israele, già il primo o secondo giorno della prossima settimana, in cambio di quasi 2mila detenuti palestinesi, di cui 250 ergastolani, dei corpi di 360 miliziani di Hamas e dell'ingresso a Gaza di circa 400 camion al giorno di aiuti umanitari. Comincia così l'operazione che Tel Aviv ha già ribattezzato "Ritorno ai confini". Prevede l'inizio del cessate il fuoco a 24 ore dal via libera del Gabinetto di sicurezza israeliano di ieri sera, che ha approvato a larga maggioranza nonostante la contrarietà dei ministri dell'estrema destra Ben Gvir e Smotrich. A questo punto scatteranno le 72 ore entro cui gli ostaggi dovranno essere liberati. Per localizzare gli altri 28 rapiti, deceduti durante la guerra, Hamas ha chiesto 10 giorni, che sono stati accordati. Se gli estremisti non riusciranno a recuperare i corpi, entrerà in azione una task force congiunta fra Israele, Usa, Qatar ed Egitto. L'esercito israeliano ha iniziato intanto le manovre per il ritiro parziale delle truppe, fissato anche quello a 24 ore dalla ratifica dell'intesa, con l'abbandono delle città più popolate, Gaza City, Khan Younis e Gaza nord. Le Idf (Israel Defense Forces) manterranno il controllo di circa il 53% del territorio di Gaza.

"Un evento storico e senza precedenti", lo ha definito Trump nel messaggio in cui ha ringraziato il mondo arabo e musulmano, Israele, le nazioni circostanti, gli Stati Uniti e i mediatori Qatar, Egitto e Turchia. "Penso sarà una pace duratura", ha commentato, prima di annunciare di voler andare in Egitto per la cerimonia e la firma ufficiale dell'intesa. Il presidente ha precisato che gli Stati Uniti contribuiranno alla ricostruzione di Gaza e a mantenerla sicura e pacifica. "Date a Trump il premio Nobel per la Pace, lo merita", ha scritto su X il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, che già a luglio alla Casa Bianca aveva consegnato al leader Usa la lettera in cui lo candidava all'onorificenza.

Quanto duraturo sarà questo cessate il fuoco è ancora presto da dirsi. L'intesa è stata trovata sulla prima fase del piano Trump, che si concluderà solamente quando tutti gli ostaggi, inclusi i defunti, torneranno in Israele. Poi si lavorerà per l'applicazione delle seconda parte, la più promettente perché dovrebbe portare alla fine definitiva delle ostilità, ma anche la più difficile. I belligeranti devono ancora trattare su questioni cruciali: il disarmo di Hamas, il ritiro definitivo delle Idf e il futuro politico di Gaza. Questioni spinose, ancora parecchio divisive, mentre la guerra potrebbe riprendere con qualsiasi pretesto.

Hamas ha rivendicato ieri un fallito attacco, sostenendo di voler rapire un soldato israeliano. E sullo sfondo resta il sogno palestinese di uno Stato. Sul quale Trump si mantiene molto vago, nel piano, come nelle dichiarazioni: "Non ho un'opinione precisa, mi atterrò a ciò che concordano".

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