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Arriva il pugno duro per i party selvaggi: fino a 6 anni di carcere, multe e sequestri. "Mai più miopi e inermi"

Rave addio. Un nuovo reato, pene da 3 a 6 anni, multe da mille a 10mila euro e confisca obbligatoria, in caso di condanna, dei mezzi utilizzati per organizzare l'evento

Arriva il pugno duro per i party selvaggi: fino a 6 anni di carcere, multe e sequestri. "Mai più miopi e inermi"

Rave addio. Un nuovo reato, «invasione di terreni ed edifici finalizzata a raduni di oltre 50 persone pericolosi per l'ordine pubblico, l'incolumità pubblica o la salute pubblica», pene da 3 a 6 anni, multe da mille a 10mila euro e confisca obbligatoria, in caso di condanna, dei mezzi utilizzati per organizzare l'evento. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi l'aveva annunciato, due giorni fa, dopo aver dato mandato al Prefetto di Modena di «sciogliere» anticipatamente il Witchtek 2K22, organizzato per celebrare Halloween in un magazzino nella periferia modenese. E ieri l'evento, che sarebbe dovuto andare avanti fino a martedì, s'è sciolto senza incidenti di sorta quando la polizia ha spiegato via megafono ai partecipanti che la struttura era pericolante. «La fermezza dell'autorità di governo e le modalità con cui si è giunti con efficacia al risultato, dimostra che si possono far prevalere la legalità e l'ordine senza cedere a ricatti e agendo con grande saggezza», ha commentato soddisfatto il senatore azzurro Maurizio Gasparri, auspicando il varo di leggi più severe. Non ha dovuto attendere molto. Nel pomeriggio, il primo Consiglio dei ministri del governo Meloni ha approvato nel suo primo decreto anche le nuove norme per scongiurare futuri rave, che diventeranno l'articolo 434bis del codice penale.

«Confidiamo molto sull'efficacia di deterrenza della sanzione accessoria della confisca obbligatoria dei mezzi utilizzati per organizzare l'evento», ha spiegato Piantedosi. Alla prossima occasione, insomma, gli organizzatori dei «raduni illegali» rischiano di giocarsi sia la libertà che gli strumenti utilizzati per mettere su il party. Giorgia Meloni, sul punto, ha ricordato il rave di Valentano del 2020, ricordando che gli organizzatori «da tutta Europa» scelsero l'Italia «perché il nostro Paese dava un'impressione di lassismo sul rispetto delle regole e sulla legalità». In quell'occasione, «a differenza di quanto accaduto in queste ore», con lo scioglimento dell'evento modenese grazie a una chiara «volontà politica», la gente andò via solo «spontaneamente», e «dopo giorni». Insomma, quello dei rave, organizzati abusivamente e senza regole e sicurezza, è «una delle fattispecie in cui una norma ad hoc può aiutare sia a mandare un messaggio chiaro che a intervenire con maggiore efficacia». E «l'Italia conclude Meloni - interviene e risponde a chi vuole venire a devastare aree protette e a occupare illegalmente edifici. Diamo il segnale di uno Stato che non ha voluto mostrarsi inerme e miope di fronte all'illegalità».

Visto che l'organizzazione di questi eventi avviene di solito via chat sugli smartphone, nella discussione in Cdm si era valutato l'utilizzo delle intercettazioni telefoniche e telematiche per aggiungere uno strumento di contrasto. Ma sul punto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso perplessità. Secondo l'esponente di Forza Italia, infatti, quello delle intercettazioni è uno strumento delicato, che andrebbe utilizzato per reati di mafia o comunque in circostanze limitate, una posizione peraltro da sempre sostenuta dagli azzurri. Anche la presidente del Consiglio avrebbe condiviso l'obiezione, e l'uso delle intercettazioni per prevenire la genesi dei rave è stato dunque depennato dal provvedimento.

La nuova normativa, peraltro, ricalca l'idea per contrastare il fenomeno che aveva proposto l'ex inquilina del Viminale, Luciana Lamorgese, che però non aveva mai visto la luce, restando un virgolettato dettato dall'ex ministra ai giornali. E se Piantedosi illustra in conferenza stampa i confini della linea dura, al fronte social provvede Salvini. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture anche stavolta elogia le scelte del suo ex capo di gabinetto al Viminale, giocando d'anticipo. «Pugno duro contro droga, insicurezza e illegalità. È finita la pacchia», esulta su Facebook, per poi annunciare, su Twitter, che «oggi in Cdm tra le norme che saranno esaminate ci sarà quella su come impedire scempi in futuro sequestrando tutto quello che rappresenta illegalità».

Soddisfatta anche l'Associazione nazionale funzionari di polizia, il cui segretario Enzo Letizia plaude all'iniziativa di Piantedosi e del governo che «va nella direzione giusta» intervenendo su «un vuoto legislativo», e allineando la normativa italiana alle discipline già presenti in altri Stati europei.

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