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Arriva la solidarietà del deputato M5s alla toga accusata di molestie sessuali

La moglie del presidente della commissione Giustizia scrive su Facebook a Magliulo: "Solo bassezze, io e Mario siamo con te"

Arriva la solidarietà del deputato M5s alla toga accusata di molestie sessuali

L'affare Tempio Pausania investe in pieno la deputazione M5s. Tra gli attestati di stima - legittimi - comparsi sulla pagina Facebook del presidente del Tribunale sardo Giuseppe Magliulo, accusato di molestie sessuali da una giudice - c'è anche quella della moglie del parlamentare grillino Mario Perantoni, avvocato sassarese. «Io e Mario siamo al tuo fianco con fiducia e sicurezza che tutto verrà archiviato. Sei un magistrato, un presidente onesto e sensibile e forte della tua estraneità a tanta bassezza». Firmato Paola Mosseddu, moglie di Perantoni. Che è anche presidente della commissione Giustizia della Camera. Ora, è opportuno che un esponente del partito di Beppe Grillo, soprattutto vista la carica che rappresenta, non prenda neanche le distanze da una solidarietà pubblica che lo chiama in causa? Con il presidente accusato di molestie del tribunale che potrebbe giudicare se il figlio del suo leader politico è o meno uno stupratore? Basterebbe invertire la polarità politica dei protagonisti per far insorgere il solito milieu di indignati in servizio permanente. Perantoni è stato contattato tramite la segreteria del suo studio legale a Sassari, ma inutilmente.

L'altra questione di merito riguarda il clima che si respira in Tribunale e l'opportunità che Magliulo resti a Tempio. Qualche giorno fa la Giunta Anm, dopo la fuga di notizie sull'inchiesta che vede alla sbarra Ciro Grillo e tre suoi amici, ha evidenziato come i magistrati della Procura di Tempio Pausania «sapranno accertare i fatti con serenità ed equilibrio». È ancora così, dopo la notizia dell'inchiesta su Magliulo? Abbiamo provato a chiederlo all'avvocato della presunta vittima Giulia Bongiorno e ai legali delle persone coinvolte, ma neanche loro vogliono parlare. E chissà cosa ne pensano i genitori della ragazza...

Lascia sgomenti anche la cortina di silenzio sull'altra vittima della vicenda Magliulo: la giudice che accusa il presidente di molestie sessuali è in malattia. Sola. Alle prese con l'elaborazione di un doloroso trauma personale che si intreccia con le sue vicende professionali, con provvedimenti disciplinari che la inseguono financo di fronte a un certificato medico. Lei non parla, per riserbo e per evitare altri guai, come spesso succede a chi è vittima di una violenza sul luogo di lavoro, anche solo percepita, specie se a infliggerla è il suo capo. Per lei è l'ennesima umiliazione, passa per bugiarda, le sue accuse sarebbero solo «bassezze», dicono i tribuni a Cinque stelle. Sia lei sia Magliulo sono stati già sentiti dal pubblico ministero Pantaleo Polifemo, titolare dell'inchiesta che va avanti da almeno due anni. Ha chiesto di essere trasferita, invano. «Io credo che le vittime devono poter denunciare se si sentono vittime», aveva detto il ministro grillino Stefano Patuanelli sul caso Grillo jr. Ma questo evidentemente non vale per la giudice.

Certo, il legale di Magliulo si dice certo della prossima archiviazione del suo assistito, che però nonostante i suoi proclami non è ancora arrivata. L'avvocato peraltro si lamenta anche dell'accostamento improprio al caso di Luca Palamara e ai suoi giochi di potere delle correnti dietro alle nomine del Csm.

Eppure una fonte rivela che arrivarono precise indicazioni della componente napoletana di Unicost, che non trovava convergenze nella componente napoletana di Area.

Ma questa è un'altra storia.

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