Sembra una partita di Risiko, ma in ballo ci sono milioni di vite. Mosca e Kiev non hanno distribuito le carte né lanciato i dadi, ma quanto sta accadendo ripropone fedelmente due delle tre regole del celebre gioco da tavolo: disposizione delle armate e spostamento. Manca all'appello il combattimento, che le diplomazie, soprattutto turca e francese, stanno tentando in ogni modo di scongiurare.
Lo scorso 2 febbraio la Russia ha spostato un contingente di stanza in Cecenia verso il Donbass. Sono circa 2mila uomini che andranno a unirsi agli altri 130mila già appostati da quasi due mesi lungo il confine. Per tutta risposta l'Ucraina, che per ora non ha ottenuto armi e mezzi richiesti venerdì alla Germania, potrà contare sul contingente americano che dagli Stati Uniti ha raggiunto la Polonia. Parte dell'82esima divisione aviotrasportata, in tutto 300 soldati, è atterrata ieri mattina all'aeroporto di Jesionka. Assieme a loro anche un cargo contenente 80 tonnellate di munizioni. «Altri 1.700 soldati arriveranno a breve, a sostegno di Kiev, ma anche per mantenere sicurezza in questa zona calda dell'Europa», ha ricordato il maggiore delle forze armate polacche Przemyslaw Lipczynski. Un drappello di 300 uomini, appartenenti al 18esimo corpo aviotrasportato, saranno dispiegati in Germania a integrazione dei mille soldati che la Casa Bianca sposterà dalla Germania in Romania. Il Cremlino da parte sua ha deciso di «salutare» l'arrivo delle truppe Usa con alcune operazioni aeree predisposte con l'alleato bielorusso.
Nella giornata di ieri, episodio per altro confermato dal segretario generale della Nato Stoltenberg, due bombardieri a lungo raggio Tu-22M3 delle forze aerospaziali russe hanno pattugliato lo spazio aereo della Bielorussia per quattro ore, spingendosi fino sui cieli di Korosten, cittadina ucraina di confine. I bombardieri hanno interagito con le forze di aviazione e di difesa aerea dell'esercito di Minsk, poi sono tornati alla base di Klokovo, nei pressi di Tula. Un'esercitazione con droni, mezzi aerei e artiglieria pesante è tutt'ora in corso in Crimea. Mosca però si muove anche attraverso i miliziani del Wagner Group, operatori privati che ufficialmente non appartengono all'esercito russo, ma che creano situazioni di stress al confine con il Donbass. Ieri un drone ha sganciato quattro ordigni esplosivi nella località di Pavlopol, un soldato ucraino è rimasto ferito.
Nel frattempo è tornato d'attualità, a distanza di 36 anni, il nome di Prypiat, la città evacuata dopo la tragedia di Chernobyl. Da un paio di settimane è diventata infatti centro d'addestramento dell'esercito ucraino che proprio a due passi dalla centrale studia strategie agli ordini del colonnello Oleksandr Sirskij. Tra i timori di un'invasione russa, nelle foreste intorno alla capitale Kiev anche i civili si preparano a presidiare le proprie case, esercitandosi con le forze ucraine di difesa territoriale. «Lo scopo di questo addestramento - spiega il ministro delle Difesa Alexei Reznikov - è simulare scenari. Stiamo cercando di ricalcare gli episodi che si sono verificati nel 2014 durante l'invasione della Crimea per poterli prevenire o quantomeno sventare».
Sono ore febbrili anche per la diplomazia: martedì a Kiev è atteso
il presidente francese Macron, che ha fatto avere alla guardia di frontiera di Odessa tre elicotteri da sorveglianza, mentre oggi arriverà il ministro degli Esteri tedesco Baerbock per un bilaterale con l'omologo Kuleba.
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