Roma La scena sembra quella di «Quel pomeriggio di un giorno da cani». Sei persone legate e stese a terra, banditi con tute da lavoro, parrucche e pistole spianate. Urla di terrore. Sequenze da film, ieri, al policlinico di Tor Vergata dove una coppia di rapinatori professionisti, Luciano Becciu e Antonio Ferramisco, 64 e 62 anni, danno l'assalto alla filiale Unicredit di viale Oxford, all'interno dell'ospedale della seconda Università della capitale.
Sono le 9,20 quando i due poggiano i polpastrelli ricoperti di colla Attak sul sistema di apertura a bussola della banca. Un trucchetto semplice ma efficace per entrare senza farsi identificare. Una volta dentro corrono a destra e a sinistra urlando come forsennati. «Se vi muovete vi ammazziamo tutti» gridano. Il direttore è il primo a essere immobilizzato con fascette da elettricista. Poi tocca a un impiegato e al cassiere. Mentre un bandito passa lo scotch attorno ai primi tre ostaggi, l'altro si occupa dei tre clienti. Uno di loro è un medico, un altro è un paziente cardiopatico. La terza è una donna che riesce a chiamare il 112 e a far accorrere le volanti di polizia.
La situazione è drammatica. «Avevano due pistole semiautomatiche già scarrellate» racconta uno degli agenti intervenuti. Ovvero colpo in canna, sicura disinserita e carrello armato. In particolare una Glock 9x21 e una 7,65 mm. Circondati, senza vie di fuga, i due non hanno potuto far altro che arrendersi. Portati in questura, il magistrato ha convalidato l'arresto.
Becciu è una vecchia conoscenza delle forze dell'ordine. Cinque anni prima ha dato l'assalto alla Banca delle Marche a pochi chilometri di distanza, al Tecnopolo Tiburtino. A compiere la rapina, all'epoca, Luciano, il fratello Carlo e Roberto Burdieri. Gente di una ferocia inaudita. Burdieri, in particolare, nel 1986 assieme ad altri sei banditi assalta una banca a Chiavari. La banda è armata di mitra e bombe a mano: quando arrivano i carabinieri lo scontro a fuoco è inevitabile. Si becca 20 anni di carcere ridotti a 11 in appello. Condanna di appena tre anni, invece, per Becciu. Uscito per «buona condotta» nel 2017 Becciu, di origini sarde ma da sempre residente al Tuscolano, torna in azione. Preferiscono le rapine con persone da sequestrare Becciu e Ferramisco. Come nei vari assalti portati a segno nel viterbese da quest'ultimo.
Nel 2007 il suo compare è un ex pugile del frusinate. Latitante per anni, Ferramisco viene acciuffato in un appartamento covo a Spinaceto: l'arresto gli vale il carcere a Spoleto per un cumulo di reati. Scontata la pena anche lui si rimette «su piazza». Fino a ieri.
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