Assaltati i tifosi juventini a Siviglia La polizia è costretta a difenderli

Gli ultrà armati di mazze e coltelli: otto i feriti, uno è grave

Roberto Pellegrino

Siviglia Nessuno ricorda una simile violenza nel centro di Siviglia. Nemmeno la polizia andalusa che lunedì notte è dovuta intervenire in assetto antisommossa per difendere una dozzina di tifosi della Juventus dalla follia di venti ultrà della squadra locale, radunatisi, fuori dalla taverna-pub «El Papellon», per aggredire con mazze, coltelli e bottiglie di vetro i sostenitori bianconeri giunti, poche ore prima nella capitale andalusa per la trasferta di Champions League.

Una vera caccia al tifoso juventino che si è consumata alla vigilia di Siviglia-Juventus (disputatasi ieri sera e valevole per l'accesso al girone H), con un'inedita ondata di violenza che fa pensare alla premeditazione da parte degli ultrà sivigliani Biris Norte. Otto persone ferite, tra cui un passante spagnolo e due tifosi italiani; uno dei sostenitori bianconeri aggredito, residente in Belgio, martedì è giunto in gravi condizioni all'ospedale Virgen del Rocìo, dove ha subito un delicato intervento chirurgico per curare le coltellate al torace e alla gamba destra: i medici assicurano che, benché la profondità dei tagli, le sue condizioni di salute sono in fase di miglioramento.

La polizia andalusa era informata dell'alto rischio delle ore prima e dopo l'incontro, ma non si aspettava una spedizione punitiva con cinque auto e una ventina di ultrà nel centro della città, circondato da preziose opere artistiche. «Sono arrivati come delle furie con coltelli in pugno», ha dichiarato a Ondaluz Tv il gestore del Papellon, «i tavolini sono volati in aria e il bancone devastato. Il mio locale è un campo di battaglia pieno di sangue».

Alcuni aggressori sono stati già identificati dalla polizia sivigliana che, nelle prossime ore potrebbe ordinare diversi fermi. Intanto, su richiesta del Consiglio andaluso per la sicurezza pubblica, gli agenti di guardia all'incontro, ieri, e per tutta la notte tra martedì e mercoledì, sono stati raddoppiati da 400 a 800 per vigilare sui 1.700 tifosi della Juventus che, in serata, prima e dopo il match, sono stati scortati dalla polizia dentro e fuori lo stadio, chiusi in un corridoio di sicurezza opposto alle tribune occupate dagli ultrà Biris Norte, colpevoli, già in passato, di numerosi episodi di violenza, davanti il complesso sportivo Sanchez Pizjuan.

Lo scorso primo novembre, la partita casalinga del Siviglia contro la Dinamo Zagabria, era stata turbata da incidenti analoghi: a provocarli, però, erano stati gli ultrà croati, tre dei quali finiti in manette.

Per le autorità tale premeditazione non sarebbe destinata direttamente agli italiani, ma nella stupida mentalità ultrà, potrebbe essere una rivendicazione contro un qualsiasi tifoso straniero, italiano o croato che sia, tanto per vendicarsi con qualcuno.

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