Politica

Asse Berlusconi-Salvini su Colle e maggioritario. Centrodestra compatto

Vertice a Villa Grande con i ministri azzurri e quelli del Carroccio: intesa anche sul fisco

Asse Berlusconi-Salvini su Colle e maggioritario. Centrodestra compatto

Un vertice nel vertice. Prima dell'arrivo di Salvini e dei suoi ministri a Villa Grande, Berlusconi ieri ha avuto modo di vedere i suoi. Un incontro aperto e proficuo è stato definito, anche se alcuni parlamentari poi hanno raccolto malumori dello stesso leader azzurro circa le esternazioni dei giorni scorsi sulla gestione del partito in occasione della nomina del nuovo capogruppo alla Camera. «Ora basta - questo lo sfogo di Berlusconi -. Ditemi quando mai sono stato sottomesso a Salvini». Fonti vicine ai tre ministri assicurano, comunque, che si è trattato di un incontro proficuo dove tutti si sono mostrati disponibili e leali nei confronti della linea di garanzia del leader azzurro. Però, dicono, i problemi interni a Forza Italia restano e i nodi politici andranno risolti.

Al termine del secondo vertice, il pranzo (cacio e pepe, riso konjac, carpaccio di carne, cheesecake e mousse al cioccolato) con i colleghi leghisti e il loro leader. Pranzo al quale hanno preso parte anche i rispettivi capigruppo, oltre a Tajani, Ronzulli e a Gianni Letta. La soddisfazione era palese negli sguardi di tutti. Dai ministri azzurri è venuta anche il deciso apprezzamento della disponibilità di Salvini a sostenere con forza il lavoro dell'esecutivo. «Con Draghi il rapporto è più che proficuo - li ha assicurati il leader leghista - e il nostro è diventato un rapporto costante».

Al centro del vertice ovviamente la legge elettorale oltre ai temi di politica economica in favore di imprese e partite Iva. Salvini e Berlusconi hanno convenuto che va difeso il maggioritario esistente. «La mia storia parla per me» ricorda il leader azzurro, che dalla sua discesa in campo è sempre stato paladino del bipolarismo. La compattezza del centrodestra dimostrata anche nelle recenti votazioni in Senato (l'esempio più cristallino è proprio la bocciatura del ddl Zan) fanno ben sperare sulla questione Quirinale. Se alla fine non ci fossero i numeri per eleggere un capo dello Stato espressione diretta della coalizione, comunque non si potrà prescindere dal considerare questo soggetto politico coeso e compatto come un interlocutore imprescindibile. Che in soldoni si traduce facilmente in: se non sarà Berlusconi a salire al Colle sarà necessariamente una personalità gradita al centrodestra.

Sul tavolo, naturalmente, anche la legge di bilancio, ai nastri di partenza. Berlusconi e Savini dialogano con i loro ministri: «Nella legge di bilancio dobbiamo incidere con un taglio delle tasse significativo», è la loro richiesta agli esponenti del governo Draghi.

Inoltre i due leader constatano che è necessario ricompattare le forze di maggioranza del centrodestra per non lasciare che siano Pd e 5S a influenzare maggiormente l'azione dell'esecutivo.

Tutti gli ospiti di Villa Grande, poi, concordano sulla necessità di procedere il più velocemente possibile a individuare i candidati per le prossime elezioni amministrative. E qui il nome della leader di FdI arriva al tavolo. «Dobbiamo fare presto, coinvolgendo gli altri partiti di centrodestra a partire da Fratelli d'Italia», concordano Berlusconi e Salvini. Linea condivisa anche sulla necessità di evitare scontri e divisioni: «Presto verrà riconvocato un vertice allargato alla Meloni per discutere delle prossime amministrative», è l'intesa finale.

Infine uno sguardo all'Europa. L'unione del centrodestra, poi, concordano i leader, non deve essere messa in discussione se sulla ribalta europea si esprimono diverse sensibilità.

In quel caso serve, dicono, «valorizzare le differenze senza enfatizzarle».

Commenti