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Asse Pd-M5S alle Regionali: Conte si convince (a metà)

Si avvicinano le elezioni regionali in Lazio, ma per quanto riguarda il famoso campo largo permane tanta confusione. Conte apre alla possibilità di allearsi col Pd, ma mette dei paletti

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Col passare delle settimane si avvicinano le elezioni regionali in Lazio (fra le date possibili, quella del 5 febbraio), e ancora non si capisce bene se Pd e Movimento 5 Stelle si presenterenno uniti alle urne, malgrado le frizioni ai vertici. Dalle ultime voci che arrivano, pare che Giuseppe Conte si sia deciso a mettere da parte gli attriti, almeno per l'appuntamento regionale, ma la strada per l'accordo è ancora lunga.

A ottobre le compagini dei partiti nel Lazio avevano chiesto una tregua, per cercare di avere almeno una possibilità alle elezioni. Nicola Zingaretti, attuale governatore del Lazio, sta per lasciare e i tempi sono stretti, servono alleanze. Serve il campo largo.

I rappresentanti del Partito democratico e del Movimento 5 Stelle sono perfettamente consapevoli che, senza l'alleanza fra i partiti, sarà quasi impossibile spuntarla alle urne. Andare da soli, significherebbe "lasciare il Lazio alla destra e non dobbiamo permetterlo". Parole, queste, del vicesegretario del Pd Lazio Enzo Foschi.

Senza il beneplacito dei vertici nazionali, però, l'alleanza non può concretizzarsi. Poco contano le opinioni dei rappresentanti regionali. Un problema non da poco dato che i leader di Pd, M5S, e Terzo polo tutto sembrano fuorché intenzionati a collaborare.

A quanto pare in questi ultimi giorni qualcosa si sarebbe mosso. L'insistenza dei grillini sull'avvocato del popolo Giuseppe Conte parrebbe aver dato i suoi frutti. Conte ha finalmente compreso che senza alleanza col Pd la sconfitta alle regionali è garantita ed è tornato sulle proprie idee. Via libera al campo largo, dunque, ma con riserva. Giuseppe Conte, infatti, pare che voglia un "nome terzo", quello di un candidato civico.

Via dunque alla lista dei nomi dei possibili nomi da sottoporre poi anche al Partito democratico. L'elenco è ancora "fumoso", ma fra i possibili profili pare ci siano Paolo Gentiloni (tutto meno che civico) e Andrea Riccardi, ministro per l'integrazione della Repubblica Italiana (2011–2013).

Quanto al nome civico, è palese che Conte stia cercando di assicurarsi che non sia il Pd a tenere il comando. A confermare ciò, anche il fatto che recentemente l'ex premier stia elencando diversi punti programmatici da sottoporre al possibile alleato.

Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni. Le dimissioni di Zingaretti sono previste per il 4 di novembre. L'11 di novrembre, invece, si terrà la presentazione del libro "A sinistra da capo" di Goffredo Bettini, e ci saranno anche Conte e Andrea Orlando. Probabile che l'incontro all'Auditorium possa essere un'occasione per discutere di alleanze.

E gli altri partiti? Nel centrodestra si fa per ora il nome di Francesco Rocca, capo della Croce Rossa, mentre il Terzo polo non si è ancora espresso sulla possibilità di aderire o meno al campo largo.

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