Roma - Una mazzata alla luce del sole e una nascosta. Per le assicurazioni italiane il decreto fiscale si annuncia assai punitivo. Tanto è vero che il presidente delle Generali, Gabriele Galateri di Genola, si è sentito in dovere di parlare a nome di tutto il settore. «Bisogna trattare questi argomenti con la dovuta attenzione perché siamo uno degli assi portanti del sistema nazionale», ha detto ricordando che «attraverso la nostra attività noi diamo sicurezza agli individui, diamo sostenibilità - anche economica - alle aziende, investiamo nel mercato cifre colossali, quindi bisogna fare molta attenzione a trattare questi argomenti con la dovuta attenzione».
Per ora l'unica certezza, scritta nero su bianco sul Documento programmatico di bilancio, è l'aumento dell'acconto d'imposta sui premi assicurativi che salirà al 75% nel 2019, al 90% nel 2020 e al 100 per cento nel 2021 e gli anni successivi. Oggi è invece previsto al 59% nel 2019 e al 74% nel 2020. La modifica del regime fiscale dovrebbe portare un maggiore incasso di un miliardo che inevitabilmente si tradurrà in un aggravio di costo delle polizze.
La stangata nascosta è quella relativa all'Rc Auto. «Le assicurazioni auto saranno finalmente eque», ha annunciato il vicepremier Luigi Di Maio sottolineando che «in alcuni posti si pagava davvero troppo». Sul comunicato stampa diffuso al termine del Consiglio dei ministri si accenna alla possibilità di cambiare più facilmente compagnia assicurativa. Considerato che tale occasione è stata già offerta agli assicurati dal decreto Bersani che pose fine al tacito rinnovo la conservazione della classe di merito, non resta che un retropensiero. Precisando che al momento non c'è ancora un documento ufficiale, l'unica ipotesi percorribile è una sorta di riproposizione della tariffa unica come inizialmente prevista dal ddl Concorrenza approvato nella scorsa legislatura. Si trattava d una misura che avrebbe di fatto azzerato gli scarti tariffari fra le varie province italiane avvantaggiando gli assicurati meridionali, caratterizzati da una maggiore «sinistralità», penalizzando però quelli settentrionali in quanto la rimodulazione avrebbe dovuto essere effettuata su base nazionale. È una battaglia che si intestò proprio Luigi Di Maio. Battaglia dalla quale uscì sconfitto nonostante l'appoggio della sinistra del Pd. Ora, però, sembra che i pentastellati vogliano tornare all'attacco.
L'Ania, la Confindustria delle compagnie assicurative, non si è ancora espressa ufficialmente perché, come detto, non c'è un testo scritto. Basti, però, ricordare che negli ultimi cinque anni i prezzi dell'Rc Auto sono diminuiti del 27 per cento.
Il ddl Concorrenza ha poi istituzionalizzato, rendendolo obbligatorio, lo sconto per chi installa la scatola nera. Ora si prefigura un taglia-tariffe per decreto. E c'è da sperare che resti nei cassetti di Palazzo Chigi o del ministero dello Sviluppo. Perché poi chi spiegherebbe il rincaro agli elettori della Lega?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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