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Assolti i genitori di Renzi. Papà Tiziano contro la pm dell'indagine

"Il marito ha chiesto con insistenza una nomina a mio figlio". L'ex premier: "Dopo anni di odio la giustizia ha vinto"

Assolti i genitori di Renzi. Papà Tiziano contro la pm dell'indagine

Dopo la decisione pochi giorni fa di arrestare il fratello del deputato di Fratelli d'Italia, consigliere stretto di Giorgia Meloni, Giovanni Donzelli, per una storiaccia di bancarotta taroccata, Firenze ancora al centro delle cronache giudiziarie.

La Corte d'Appello di Firenze ha assolto, dopo averli perseguitati per anni, i genitori dell'ex premier Matteo Renzi, per un'altra vicenda di fatture false e sulla quale lo stesso Donzelli aveva attaccato duramente. Il tutto proprio mentre si stanno eleggendo le più alte cariche dello Stato e si sta formando il nuovo governo. Sarà un caso? Probabilmente sì, ma dubitar non nuoce.

Tiziano Renzi e Laura Bovoli, sono stati assolti perché «il fatto non costituisce reato» per l'emissione di due presunte fatture false risalenti all'estate 2015 (ovvero due falsi pagamenti), una da 20mila e l'altra da 140mila. La Corte d'appello ha assolto anche l'imprenditore pugliese e amico di famiglia Luigi Dagostino, soprannominato «il re degli outlet», dall'accusa di false fatture: a suo carico resta la condanna per truffa (reato di cui non erano accusati invece i coniugi Renzi), calcolata in nove mesi. Nell'ottobre 2019, in primo grado, Tiziano Renzi e Laura Bovoli erano stati condannati a un anno e nove mesi di reclusione. E Dagostino a 2 anni. Al termine, il commento di Renzi senior e Bovoli, presenti in aula: «Siamo soddisfatti, contenti per l'assoluzione: finalmente la giustizia è arrivata».

I fatti risalgono al 2015, quando Dagostino, sviluppatore dei centri commerciali targati Kering, era ad della Tramor, società di gestione dell'outlet The Mall a Reggello (Firenze). L'imprenditore, aveva incaricato le società Party ed Eventi 6 - entrambe facenti capo ai Renzi di uno studio di fattibilità per lavori all'outlet del valore di 200mila euro che però «non era mai stato effettuato». Grazie all'intervento di Dagostino che ha fatto mettere in pagamento le fatture, secondo i pm, la Bovoli e Renzi avevano ricevuto «un ingiusto profitto». Tutte accuse cadute nel processo con l'assoluzione finale. I coniugi Renzi, in apertura di udienza, hanno reso spontanee dichiarazioni. «Ho fiducia che la giustizia sia uguale per tutti, anche per quelli che si chiamano Renzi. Non ho mai fatto fatture false in vita mia», aveva detto Laura Bovoli. Il padre del leader di Italia Viva ha accennato anche al rapporto con suo figlio: «Mi diceva di smettere con il lavoro e con il senno di poi aveva ragione. Ma a lui non ho mai chiesto nulla».

Tiziano Renzi ha citato la pm titolare delle indagini, chiamandone in causa il marito (da cui risulterebbe peraltro da tempo separata): «Non ho mai chiesto nomine e incarichi a mio figlio, da questo punto di vista non ho mai lavorato con il pubblico. Voglio affermare quello che mi ha detto Matteo a distanza di anni, che il marito della pm aveva chiesto a lui e ai suoi collaboratori con insistenza una nomina». Poi, all'uscita del tribunale ha aggiunto: «Mio figlio ha le prove di questa affermazione, potete chiederlo a lui».

Non è mancato il commento del leader di Italia Viva: «Dopo anni di lotta e dolore i miei genitori sono stati assolti: il fatto non costituisce reato - ha scritto su Twitter - Sono felice per loro e per tutti noi. Non auguro a nessuno di vivere ciò che hanno dovuto vivere i miei, non si meritavano tanto odio.

Ha vinto la giustizia, ha perso il giustizialismo».

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