La Francia è tornata a tremare a meno di un mese dalla strage di Parigi. Il tentato omicidio di tre militari di guardia a un palazzo di Nizza, che ospita tre associazioni ebraiche, sta spingendo il governo transalpino a valutare misure eccezionali per affrontare la minaccia terroristica. «La Francia deve far fronte a un terrorismo fai da te», ha detto ieri il ministro dell'Interno Bernard Cazeneuve, dopo l'assalto di Nizza a opera di Moussa Coulibaly, il trentenne del Mali omonimo del terrorista che seminò morte nel supermercato ebraico di Parigi. «Siamo di fronte a un fenomeno nuovo - ha sottolineato Cazeneuve -. Ciò implica la mobilitazione di mezzi eccezionali». La polizia ha eseguito numerose perquisizioni a Nizza, fermando anche una seconda persona che era sul tram assieme a Coulibaly prima dell'aggressione. Nel frattempo a Parigi è cominciato il processo al controverso comico Dieudonnè, finito alla sbarra per apologia del terrorismo.
Ciò che emerge dopo l'attacco di Nizza, come un mese fa a Parigi, sono le crepe dell'intelligence. La Dgsi (Direzione generale per la sicurezza interna) aveva infatti interrogato Coulibaly solo pochi giorni fa. Il 28 gennaio, il jihadista aveva infatti allarmato la polizia per essersi imbarcato ad Ajaccio con un volo di sola andata per Istanbul, come tanti candidati alla guerra santa in Siria e Iraq. Una volta atterrato in Turchia, è stato espulso, ma quando è rientrato in Francia ed è stato interrogato, la Dsgi ha ritenuto di non avere sufficienti motivi per fermarlo. «Non aveva dato alcun segno di passaggio all'azione», ha spiegato il ministro dell'Interno. Dalle indagini è emerso che il jihadista ha fatto scalo a Roma in entrambi i viaggi.
Secondo il giornale Nouvel Observateur, «Coulibaly avrebbe insistito con l'impiegato dell'agenzia viaggi per fare scalo a Nizza e a Roma». Il motivo non è stato ancora chiarito. «Tuttavia, la sorveglianza del suo ambiente continua - ha concluso Cazeneuve - per capire cosa facesse a Nizza, dove non aveva radici né contatti».
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