La Somalia continua a rimanere sotto scacco degli Al Shabaab, i signori della guerra alleati di Al Qaeda. Sono stati loro a rivendicare sabato l'attentato all'hotel Asasey di Chisimao, nel sud del Paese, che ha provocato 26 morti e una sessantina di feriti. L'ennesima mattanza si è consumata venerdì sera ed è andata avanti per quasi 12 ore. Quattro terroristi hanno prima fatto esplodere un'autobomba e poi sono passati all'attacco armi in pugno e quindi allo scontro con le forze di sicurezza. Il ministro degli Interni Muhamed Sabriye è apparso ieri in tv per fare il punto della situazione, confermando il numero dei morti e rivelando che «l'intero edificio è in rovina. Tutti i cadaveri e i feriti sono stati recuperati all'interno, e le forze di sicurezza hanno isolato tutta l'area. Gli aggressori indossavano uniformi della polizia somala».
L'hotel ospitava uomini d'affari e politici che erano in città per la preparazione delle elezioni presidenziali nella regione, previste per la fine di agosto. Conosciuta in Italia come Oltregiuba fin dai tempi della colonizzazione, il Jubaland è una regione strategica e contesa. In gioco ci sono i diritti di sfruttamento delle risorse che si trovano in 100mila kmq di Oceano Indiano. Alle pressioni di diverse multinazionali petrolifere, interessate ai giacimenti offshore di greggio e gas naturale, si aggiungono quelle del Kenya, che vorrebbe annettere il territorio, ma soprattutto degli Al Shabaab, per controllare l'area e stabilire come e quando rifornire la Somalia di energia. Nell'assalto di venerdì sera hanno perso la vita parecchi stranieri, soprattutto uomini d'affari. Anche un candidato presidenziale per le prossime elezioni regionali è stato ucciso. I 4 terroristi autori dell'attacco sono tutti morti. Tra le vittime fa sapere invece il governo canadese figura anche l'attivista e giornalista somalo-canadese, Hodan Nalayeh (nella foto) 43enne fondatrice del canale social Integration Tv e autrice di programmi youtube per le comunità somale in lingua inglese, che era in vacanza in Somalia con il marito Farid Jama Suleiman, anche lui ucciso.
Nel 2012 i tagliagole di Al Shabaab erano stati cacciati da Chisimao dall'esercito somalo (anche grazie al supporto dei militari del Kenya), ma da circa un anno e mezzo sono tornati a seminare il terrore. Non più tardi di una settimana fa i qaedisti avevano diffuso una delirante fatwa, minacciando di morte chiunque fosse stato sorpreso a guardare in tv le partite della Coppa d'Africa, definendo il torneo di calcio in corso di svolgimento in Egitto «una pratica degli infedeli che ammorba lo spirito combattente dei veri islamici».
Per la cronaca la zona sud del Jubaland viene utilizzata dagli Al Shabaab come covo per tenere in prigionia gli ostaggi rapiti in Kenya, come nel caso della britannica Judith Tebbutt, sequestrata e rilasciata dopo pagamento di riscatto nel 2012. Non è da escludere che proprio a quelle latitudini potrebbe trovarsi la connazionale Silvia Romano, rapida in Kenya lo scorso 20 novembre, probabilmente venduta dai suoi carnefici dopo Natale agli Al Shabaab.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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