Cronache

Attvisti no Tap scatenati: slogan e pietre contro la polizia

Agenti feriti a Lecce

Attvisti no Tap scatenati: slogan e pietre contro la polizia

Lecce - Una pioggia di pietre sulla polizia, un cassonetto per i rifiuti dato alle fiamme, blocchi stradali lungo le provinciali che attraversano questo spicchio di Salento da tempo divenuto una polveriera; e poi ancora: il raduno dinanzi alla questura per esporre striscioni e scandire slogan, il ferimento di quattro agenti, i blocchi di cemento utilizzati come barricate, i muretti a secco fatti a pezzi e trasformati in armi da guerriglia. È stata un'alba ad alta tensione a Lecce e nel territorio di Melendugno, cuore della protesta contro il gasdotto Tap che proprio qui, a San Foca, in contrada San Basilio, ha il proprio cantiere e quartier generale. La guerriglia si è conclusa con l'arresto di uomo, Saverio Pellegrino, di Andrano, nei suoi confronti era già stato emesso un foglio di via obbligatorio, accusato di incendio aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. Quattro poliziotti sono finiti in ospedale: tre sono stati raggiunti dalle pietre, un altro è stato colpito con una gomitata, sono stati medicati e dimessi.

Nelle ultime settimane la situazione si è fatta sempre più tesa attorno alla zona dove procedono le operazioni preparatorie per la realizzazione del Tap, il gasdotto che traghetterà il gas dall'Azerbaijan all'Europa attraverso il Salento. Pochi giorni fa erano stati sradicati alcuni muretti a secco, patrimonio dell'Unesco e insieme agli ulivi parte integrante della Puglia da cartolina esportata all'estero per alimentare il turismo. Ieri una quarantina di attivisti che si oppongono all'infrastruttura sono entrati in azione per tentare di fermare i camion dell'azienda diretti a San Basilio: pietre e grossi blocchi di cemento sono stati sistemati al centro della carreggiata lungo la provinciale 145, poi è stato dato alle fiamme un cassonetto per i rifiuti. La polizia, impegnata nella scorta, ha tentato di riportare la situazione alla calma, ma è stato inutile. Al contrario, si è scatenata la guerriglia e gli agenti sono stati bersagliati con le pietre. I veicoli alla fine sono passati grazie a un cordone di sicurezza, l'uomo bloccato e condotto in questura a Lecce. Dove poco dopo sono arrivati i No Tap, che hanno inscenato una nuova protesta. Il traffico è stato bloccato, un angolo della città è rimasto paralizzato fino a quando Pellegrino è stato fatto uscire da un portone secondario e portato in carcere. Altri tre attivisti sono stati invece rilasciati.

Il giorno prima il questore di Lecce aveva lanciato l'allarme sul clima pesante attorno agli agenti: «Per loro insulti e pietre, mai un gesto di solidarietà».

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