Politica

Aumenta pure la tassa occulta: più burocrazia per 3,2 miliardi

Studio della Cgia di Mestre: "Nuovi adempimenti del 2020 colpiranno a morte le piccole e medie imprese"

Aumenta pure la tassa occulta: più burocrazia per 3,2 miliardi

Più burocrazia e più costi nel 2020 per le piccole e medie imprese. Secondo la Cgia di Mestre nell'anno che arriva il peso economico della burocrazia è destinato ad aumentare a causa di adempimenti di diverse norme che entreranno in vigore, dal nuovo «Codice della crisi e dell'insolvenza», alle misure contro l'omesso versamento Irpef dei dipendenti delle aziende in subappalto, all'obbligo esteso a tutte le imprese di inviare telematicamente i corrispettivi. Secondo le stime dell'Ufficio studi della Cgia l'aggravio dei costi complessivi sarà di almeno 3,2 miliardi di euro.

Il nuovo codice della crisi di impresa, nato per rilevare i primi segnali di difficoltà di un'azienda e intervenire tempestivamente prima che si arrivi al fallimento, impone alle srl, anche quelle di piccole dimensioni, di nominare un organo di controllo e di modificare lo statuto societario. Ebbene, per adeguarsi a tali target «secondo un'analisi condotta dal Cerved, sulle micro e sulle pmi i costi ammonterebbero a 2,9 miliardi di euro, anche se nel proseguo degli anni potrebbero far risparmiare al sistema economico circa 6 miliardi. Tuttavia, se i costi iniziali sono certi, diversamente sarà molto difficile quantificare i vantaggi futuri legati agli ipotetici mancati fallimenti aziendali», segnalano dall'Ufficio studi della Cgia.

«Purtroppo afferma il segretario Renato Mason le nostre imprese essendo prevalentemente di piccola dimensione, non hanno le strutture amministrative per fronteggiare questi adempimenti e sono costrette a ricorrere a consulenze spesso molto onerose».

E poi c'è il decreto fiscale collegato alla manovra e appena licenziato dal Senato. La maggiore burocrazia si nasconde nel capitolo appalti. Per contrastare il fenomeno dell'evasione delle ritenute Irpef è stato introdotto l'obbligo, per chi appalta un'opera o un servizio di importo annuo superiore a 200 mila euro, di richiedere alle imprese affidatarie e subappaltarici la copia degli attestati di versamento delle ritenute sulle retribuzioni del personale che esegue i lavori. L'invio delle deleghe e delle informazioni necessarie avrà però un costo aggiuntivo stimato «in almeno 300 milioni di euro all'anno. Operazione molto complessa, visto che l'alta flessibilità presente nel settore edile porta moltissime piccole imprese a lavorare per più di un committente, anche nello stesso giorno».

Dal 1 gennaio poi viene esteso a tutti i commercianti e gli artigiani l'obbligo di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri all'Agenzia delle Entrate, non più riservato solo a chi è sopra i 400mila euro di fatturato. Un milione e 600 mila circa sono le imprese coinvolte e che dovranno dotarsi del registratore telematico con un aggravio per ogni azienda stimato, dice la Cgia, in circa 300 euro, con un costo complessivo una tantum di circa 500 mila euro. «Sebbene sia un importo molto contenuto dice il ricercatore dell'Ufficio studi Andrea Vavolo - questa novità fiscale ha messo in grave difficoltà tantissimi operatori, soprattutto quelli di una certa età, che non hanno alcuna dimestichezza con i mezzi informatici.

Non è da escludere che a fine anno decideranno di chiudere l'attività».

Commenti