Berlino Elezioni a inizio settembre. Al cancelliere austriaco Sebastian Kurz è bastato un faccia a faccia di un'ora con il capo dello Stato Alexander van der Bellen per ottenere quello che voleva: riportare l'Austria al voto il prima possibile restando alla guida del Paese. L'appena 32enne ma evidentemente ben navigato capo del governo di Vienna e leader del partito popolare (Övp) non si è lasciato travolgere dall'Ibizagate: ossia la circolazione online di un video in cui il suo vicecancelliere e alleato politico Heinz-Christian Strache del Fpö promette a una sedicente oligarca russa affari d'oro in Austria in cambio di bustarelle e di un aiuto a mettere sotto controllo il più venduto giornale austriaco.
Una conversazione ad alto contenuto alcolico che per forma e contenuti ha scandalizzato gli austriaci, anche se né di bustarelle né di investimenti russi si è poi avuta effettiva notizia. Kurz ha sfruttato lo scivolone di Strache e del capogruppo parlamentare Johann Gudenus che traduceva nel video dal tedesco al russo per mettersi alle spalle 15 mesi di coabitazione con la formazione di estrema destra sempre generosa nel procurare imbarazzi all'azzimatissimo cancelliere popolare. Risale solo allo scorso aprile il componimento poetico con cui il vicesindaco del Fpö di Braunau am Inn, città natale di Adolf Hitler, ha paragonato i migranti ai ratti. Scoppiato lo scandalo il vicesindaco si è dimesso ma di certo la sua uscita non ha aiutato Kurz partito da mesi lancia in resta in una campagna contro l'antisemitismo.
Prima di dare il benservito al Fpö, alla sua narrativa xenofoba e alla sua spericolata vicinanza con la Russia di Vladimir Putin, il cancelliere non ha dimenticato di ringraziare gli ex alleati per il loro sostegno, grazie al quale «siamo riusciti a porre fine alla politica del debito, abbiamo alleggerito la pressione fiscale, siamo riusciti a ridurre massicciamente l'immigrazione illegale () e siamo all'avanguardia in Europa per la digitalizzazione». Kurz ha anche promesso di fare luce sulla genesi molto poco trasparente del video che ha inguaiato i suoi ormai ex alleati.
Con poche parole il cancelliere ha dunque aperto una campagna elettorale in cui punta dritto al ricco serbatoio elettorale del Fpö (il 26% un anno e mezzo fa). Il partito popolare che parte dal 30% cercherà di intercettare il voto di chi aveva votato il Partito della Libertà per avere rinnovamento in politica ritrovandosi rappresentati da una manica di aspiranti corrotti. La sfida nel breve per Kurz è sfilare il potere al Fpö senza fare cadere il governo.
Dai banchi dell'opposizione, socialisti, liberali e verdi chiedono che i ministri del Partito della Libertà (Difesa, Esteri, Trasporti, Lavoro) siano sostituiti da personalità indipendenti. E in vista delle elezioni a settembre tutti chiedono che il primo ad andarsene sia il titolare degli Interni, anche lui targato Fpö, Herbert Kickl.
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