Auto e Comune di Milano sono ai ferri corti. Nel mirino del settore, da anni tra i protagonisti principali della Design Week e sempre solerte a sostenere iniziative varie, c'è il sindaco Beppe Sala. Prima la polemica sulla mobilità rivoluzionata per far spazio a nuove corsie ciclabili e ai monopattini, quindi la delibera in cui si precisa che tra i soggetti non graditi a presentare progetti di sponsorizzazione di aree urbane, ci sono anche i «marchi automobilistici non coerenti con le politiche di sostenibilità ambientale promosse dal Comune di Milano». Peccato che la delibera abbia accostato i suddetti generici marchi alla pubblicità diretta o indiretta di armi, materiale porno, super alcolici, espressioni di fanatismo, odio, razzismo, minacce, eccetera. È singolare, inoltre, che venga ignorato il fatto che non esistono aziende del settore non impegnate in investimenti green con risultati già tangibili.
«Esprimo il mio sconcerto in quanto un mondo come quello dell'auto, che vuol dire prestigio, creatività e lavoro, è accostato a compagni di viaggio immeritati», afferma Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione. «Una follia inserire i marchi automobilistici in genere insieme a porno e armi - commenta Geronimo La Russa, presidente di Aci Milano -; vorrei anche sapere quali sono i brand non coerenti con la politica sostenibile del Comune. Forse si pensa solo a Tesla, che fa macchine per ricchi, come marchio virtuoso? Sono certo che Palazzo Marino chiarirà. Se così non fosse, potremmo davvero dire che Milano ufficialmente dichiara guerra alle quattro ruote». A prendere posizione è anche la filiera. Paolo Scudieri, presidente di Anfia: «Un accostamento inaccettabile, che colloca l'automotive sullo stesso piano di comparti problematici da un punto di vista etico, evidenziando un innegabile pregiudizio, a maggior ragione considerando che tutti i produttori hanno fatto, nell'ultimo decennio, massicci investimenti in innovazione proprio per raggiungere gli obiettivi europei in materia di mobilità sostenibile, e stanno affrontando con impegno la sfida dell'elettrificazione». E Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto: «Decisioni di questo tipo possono toccare la reputazione di un settore molto importante per l'economia non solo di Milano, ma dell'intero Paese». Gaetano Thorel, ad di Groupe Psa Italia, considera quanto successo «una svista». «È innegabile - aggiunge - che quella dell'auto sia una delle industrie che più ha lavorato nel percorso ambientale. Il settore merita rispetto. Sono certo che Sala avrà modo di intervenire. Non c'è la necessità di demonizzare l'auto nella sua accezione termica che vanta tecnologie molto pulite». «In quanto è accaduto c'è un mix di ignoranza e arroganza - puntualizza Massimo Ghenzer (Areté-Methodos) -: inaccettabile unire l'auto, che tanto sta facendo per l'ambiente e la sicurezza, a quelle cose».
E pensare che lo stesso Sala ha accolto a braccia parte il trasloco da
Torino a Milano del Salone Parco Valentino, ribattezzato Milano Monza Motor Show, in programma (causa Covid-19) non più a metà mese, ma dal 29 ottobre al primo novembre. Da non perdere il discorso inaugurale del sindaco.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.