Auto piomba sulla folla: 5 feriti. L'attentatore urla: "Allah akbar"

Due persone gravissime nell'isola d'Oléron, sulla costa atlantica. Arrestato il guidatore, ha precedenti ma non risulta radicalizzato

Auto piomba sulla folla: 5 feriti. L'attentatore urla: "Allah akbar"
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Sui sentieri delle ostriche, cuore di una popolazione insulare abituata a gestire turisti e appassionati di prelibatezze locali, ieri è arrivata un'auto a tutta velocità. Una mattina normale trasformata in un macabro gioco; la strada "convertita" in pista da bowling, i passanti in birilli, e intorno alle 8,45 è iniziato lo strike. Siamo sull'Île d'Oléron, lunga appena 30 km e larga 8, nota per le spiagge di sabbia e i villaggi di pescatori. Alla guida del veicolo, un 35enne residente nell'isolotto della costa atlantica, incastonato nell'insenatura tra Nantes e Bordeaux. Trentacinque minuti con il pedale sull'acceleratore tra Dolus e Saint-Pierre d'Oléron, le due località principali dell'isola. L'auto ha centrato pedoni e ciclisti. "Ha colpito volontariamente persone che si trovavano sul suo cammino", ha spiegato il ministro dell'Interno, Laurent Nuñez. Secondo Olivier Falorni, deputato locale al quarto mandato, "possiamo parlare di un attentato nel vero senso della parola: sapremo più avanti se di natura politica o islamista, ma l'intenzione era di togliere la vita ad altri".

Tra i feriti c'è anche la 21enne Emma Vallain, assistente del deputato lepenista Pascal Markowsky. "Evacuata in condizioni critiche", non è in pericolo di vita. Ma delle 5 persone falciate, due sono gravissime. Per "35 minuti", l'uomo ha percorso diverse strade, finché quattro gendarmi non sono riusciti a bloccarlo. È servito il teaser. L'auto era già avanzato stato di incendio, data alle fiamme poco prima. Fermato l'uomo, ad ora per 48 ore, è iniziata l'indagine. Anzitutto sul veicolo. Non è bruciato completamente nonostante avesse a bordo "una o più bombole di gas", ha fatto sapere il ministro. Affidata alla scientifica. E con un'isola dove si conoscono tutti in quasi lockdown per un'ora.

L'uomo, accusato di "tentato omicidio", era noto per uso stupefacenti, reati minori e guida in stato di ebbrezza. Non per radicalizzazione. Si guadagnava da vivere facendo il pescatore. Viveva in una casa mobile, ha dichiarato il sindaco di Saint-Pierre-d'Oléron, Christophe Sueur. L'inchiesta è in capo alla procura de La Rochelle, la città-gioiello sulla terraferma. E conferma che l'uomo ha urlato "Allah Akbar" all'arrivo dei gendarmi. Al vaglio a procura nazionale antiterrorismo (Pnat) alcuni elementi. Ma per ora la Pnat è alla finestra, pronta a prendere in mano il dossier. A inquietare una Francia segnata da attacchi terroristici da oltre vent'anni, la prossimità con l'anniversario degli attentati del 13 novembre 2015: quando un commando armato collegato all'Isis azionò il piano che dal teatro Bataclan di Parigi a Saint-Denis. "Viviamo in un Paese che non ha capito come si fa la guerra all'islamismo e continuiamo a contare vittime", il commento di Sébastien Chenu, deputato lepenista. Caso psichiatrico o islamismo, persona fragile o lucida follia, le modalità di "strike" sono le stesse della strage di Nizza del 2016. La pista della radicalizzazione è tutt'altro che scartata.

Un altro uomo è stato arrestato ieri per apologia di terrorismo dopo aver pubblicato un messaggio relativo alla visita di Macron proprio a La Rochelle: "Troppo tardi per pianificare un attacco, ovviamente", aveva scritto su Facebook. Rischia 5 anni di carcere, una multa e dovrà seguire un corso di cittadinanza.

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