Politica

Un avviso alla sovranista Meloni

Un governo di centrodestra a trazione sovranista è un pericolo? Qualcuno sembra credere che non spaventi più nessuno, né gli investitori né la Ue.

Un avviso alla sovranista Meloni

Un governo di centrodestra a trazione sovranista è un pericolo? Qualcuno sembra credere che non spaventi più nessuno, né gli investitori né la Ue. Peccato che non sia esattamente così e che da quel mondo, o almeno da una sua parte, giungano già bordate contro questa ipotesi. Non c'è neppure da leggere tra le righe: Bloomberg, uno dei principali siti della comunità finanziaria, scriveva ieri che «mercati» e «investitori» devono «stare in guardia, un nuovo pericolo» viene dall'Italia: un governo guidato da Giorgia Meloni. In un Paese «non più in grado di affrontare la volatilità del 2018», come con i gialloverdi, perché «ora il suo debito pubblico supera il 150% del Pil». L'autrice condisce poi il quadro con l'«accusa» di antiabortismo, di nostalgia verso il fascismo e solfa ben nota, ma è chiaro che il problema non è quello: è il pericolo che un governo del genere rappresenterebbe per il quadro finanziario - e questo da un media neppure europeo ma statunitense. Ora questi interventi, in cui dall'estero si pretende di indicare agli italiani chi votare o, peggio, in cui si stilano liste dei sommersi e dei salvati, vanno rigettati al mittente. Tutti i partiti sono legittimi nel momento in cui sono costituzionali, tanto più che Fratelli d'Italia è molto più agganciato all'Occidente di altri: su di loro non pesa il fattore P (da Putin) che invece verrà fatto pesare su qualcuno. Resta un fatto: le preoccupazioni della comunità finanziaria possono non piacere ma contano, e hanno contato anche in Francia contro Le Pen, per dire di un Paese in cui il cosiddetto «vincolo esterno» ha sempre giocato meno importanza che da noi. Per cui reagire alzando spallucce o addirittura inorgogliendosi di essere sgraditi alla «finanza globalista» sarebbe politicamente suicida. Con questi ambienti chi vuole governare deve dialogare, soprattutto in Italia con il suo debito pubblico e se portatori di un messaggio non diciamo euroscettico ma eurocritico. Bisogna far capire ai mondi della finanza internazionale che non si intende sfasciare il convoglio, bisogna indicare loro delle figure di riferimento, non necessariamente i futuri ministri, ma uomini dell'establishment di cui possano fidarsi. Bisogna stringere relazioni con le forze politiche dei principali Paesi della Ue: non bastano i polacchi. E dovrebbero essere perlomeno partiti del Ppe. Quanto agli Usa, l'anno prossimo sempre permarrà Biden alla Casa Bianca: non proprio politicamente un amico, nonostante l'atlantismo (che però è fondamentale). Ma tutto questo è fin troppo banale, Meloni lo sa.

Come sa che, in caso contrario, un suo governo durerebbe come un gatto in tangenziale.

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