La cautela è d'obbligo. Il partito di Berlusconi accoglie con soddisfazione la svolta impressa alla crisi con l'incarico a Mario Draghi. Personaggio che ben incarna il concetto di «governo dei migliori» che da tempo Berlusconi suggerisce come valida alternativa al voto anticipato. D'altronde ieri su tutti i giornali veniva ricordato l'impegno di Berlusconi nel portare proprio Draghi al vertice della Banca centrale europea. La cautela però è richiesta dalla lealtà nei confronti degli alleati. Il nome di Draghi ovviamente è divisivo non tanto per le sue qualità quanto perché tra gli alleati è ancora forte la voglia di elezioni anticipate nonostante le considerazioni fatte dal presidente Mattarella sull'impraticabilità di quella strada.
Serve comunque un confronto anche all'interno del partito. Tutti mostrano prudenza perché aspettano di capire che tipo di consultazioni farà il presidente incaricato. Bisogna cioè sapere se sarà un governo politico o un governo tecnico. Al momento la linea è quella dettata da Berlusconi e Antonio Tajani (nella foto) di un'attesa fiduciosa per l'incontro con Draghi e di arrivare a quello stesso incontro senza frizioni all'interno della coalizione. D'altronde lo stesso Salvini ha accettato la proposta di Berlusconi di arrivare al colloquio col premier incaricato tutti uniti.
Nel frattempo c'è chi come Renato Brunetta, responsabile economico del partito, propone un confronto interno. Servirebbe, dice, arrivare al confronto con Draghi con le idee chiare e con il massimo contributo espresso dagli stessi parlamentari azzurri. Brunetta ricorda che a livello parlamentare Forza Italia è ancora un soggetto politico di primo piano («abbiamo più parlamentari del Partito democratico. I sondaggi non ci danno in grande spolvero ma nelle aule parlamentari possiamo dare un contributo determinante»). Serve insomma un confronto interno per evitare fughe imprudenti. D'altronde c'è da considerare che nell'ipotesi di un governo largo non si può prescindere dall'inclusione dei Movimento Cinque stelle e della Lega. Ipotesi questa considerata al momento poco realistica.
Nella scelta di Draghi, l'ala moderata degli azzurri vede un'opportunità per ridare vigore alla politica liberale e moderata di Forza Italia. «Chi fino a oggi ha sopportato con fatica di far parte di una coalizione a trazione sovranista, difficilmente si lascerà scappare adesso l'occasione di un governo Draghi per manifestare tutta la propria insofferenza», commenta a mezza bocca un parlamentare azzurro.
Resta intatta, anche nell'ala azzurra più vicina alla Lega, la convinzione che la svolta impressa da Mattarella alla crisi politica rappresenta l'occasione irripetibile per far passare le proposte su Recovery, piano vaccini e ristori che Berlusconi ha avanzato in questi giorni.
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