Como - La base è fisicamente in forma: bicipiti, teste rasate, postura militate. Peccato che poi a concludere l'assemblea arrivi il leader di Forza Nuova, Roberto Fiore: pancetta incombente, una vaga rassomiglianza nel fisico e nell'eloquio con Cetto Laqualunque, e un background culturale approssimativo. Così anche l'incubo del ritorno totalitario rischia di affogare nel patetico, a metà tra la commedia all'italiana e i nazisti dell'Illinois del film sui Blues Brothers.
A trecento metri da qui, le varie anime della sinistra si sono date appuntamento per chiamare alla vigilanza popolare contro il rigurgito fascista. Fatica sprecata, si direbbe: se è di questi che bisogna avere paura, lo nascondono bene. Perché gli ultrà di destra chiusi nell'Hotel Palace di Como, presidiato in forze da polizia e carabinieri dopo che il questore De Angelis ha proibito il loro corteo per motivi di ordine pubblico, non appaiono esattamente in grado di sovvertire le istituzioni repubblicane. Magari lo desiderano, ma le loro chance di farcela le racconta bene lo striscione appeso al muro, «Salvatore Ferrara sindaco», residuato dalla campagna elettorale di cinque anni fa: conclusa, racconta impietosamente Google, con lo 0,53 per cento.
In qualche modo lo sanno, di essere minoranza estrema, tanto da applaudire come un evento epocale l'annuncio solenne di cartello elettorale unico della destra estrema, reso noto da Attilio Carelli, segretario della Fiamma Tricolore, che porterà in dote altre briciole di consenso.
Ma l'importante è sentirsi dalla parte giusta della storia, «non vi dico che vinceremo, perché abbiamo già vinto», tuona Fiore: e pazienza se per esserne sicuri bisogna fare un po' di confusione, spiegando che «Berlusconi è come Badoglio», che gli anarchici in realtà sono al servizio del potere, che la Cia ha ucciso Mattei («ma forse voi questa storia non la sapete»: e in effetti l'uditorio appare spaesato) e soprattutto che presto l'Italia sarà come la Polonia «dove hanno sfilato in duecentocinquantamila e hanno cambiato la storia». «Oggi siamo in centoventi piazze italiane», «è l'inizio della rivoluzione italiana», «il cento per cento degli italiani ha paura che tra 30 anni non ci sarà più l'Italia», e via di questo passo. Mah.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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