Guerra in Ucraina

Bakhmut è caduta. Prigozhin esulta e attacca (ancora) i generali di Mosca

A Bakhmut le truppe ucraine sono al collasso e controllano appena il 3% del territorio

Bakhmut è caduta. Prigozhin esulta e attacca (ancora) i generali di Mosca

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Bakhmut è caduta. Prigozhin esulta e attacca (ancora) i generali di Mosca

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A Bakhmut le truppe ucraine sono al collasso e controllano appena il 3% del territorio. I soldati del comandante Syrsky si trovano in queste ore in aperta campagna, nella zona Sud-Ovest della città, dove hanno guadagnato in 24 ore di aspri combattimenti non più di 200 metri. In un fazzoletto di terra si prova una qualche resistenza, anche se ormai l'unico obiettivo rimasto sembra essere quello di impedire ai miliziani della Wagner di prendere possesso della superstrada «T0504» che conduce a Ivanivske, sempre più nel cuore dell'Ucraina.

La città è stata sostanzialmente cancellata dalla faccia della terra. Il nemico la distrugge quotidianamente con massicci attacchi aerei e di artiglieria. Syrsky ha confermato ai media che la porzione controllata «è insignificante, ma l'importanza di difenderla resta attuale». Kiev potrebbe chiedere ai soldati di ritirarsi, un'ipotesi argomentata dal portavoce del gruppo orientale delle Forze armate Serhiy Cherevaty: «Sono possibili varie opzioni, ma questo resta solo alla valutazione del comando, che per più di un anno di guerra ha dimostrato di prendere sempre le decisioni giuste. L'importante è preservare i nostri combattenti». Anche in caso di conquista, questa non porterebbe nessun vantaggio militare o politico ai russi, ha poi aggiunto il portavoce, affermando che invece «questi si stanno comportando come se avessero conquistato Dnipro», riferendosi alla più importante città per la produzione dell'industria bellica nel Sud-Est dell'Ucraina.

Da parte russa, il fondatore e comandante del battaglione di mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha minimizzato il ruolo dell'esercito regolare di Mosca nella rivendicata cattura di Bakhmut. Prigozhin è ormai l'indiscusso protagonista di una telenovela che ottiene ampia grancassa in Occidente, dove ogni elemento utile a rappresentare le difficoltà di Mosca o crepe nella gestione della guerra da parte del Cremlino, viene ingigantito. «Durante la cattura di Bakhmut nessuno dell'esercito di Gerasimov ci ha aiutati - scrive sul suo canale Telegram - aviazione e artiglieria si stanno prendendo meriti che non hanno». In ogni caso Mosca, attraverso il portavoce del ministero della Difesa Igor Konashenkov, ha parlato di «sacche di resistenza che annienteremo in poche ore». Solo nella giornata di ieri l'area di campagna delle truppe ucraine è stata bombardata 69 volte. Konashenkov ha fatto sapere che anche nelle località vicine a Bakhmut, come Kostjantynivka, Bogdanovka e Krasnoye, «i soldati ucraini sono stati neutralizzati». Zelensky cerca in qualche modo di tenere accesa la fiammella della speranza, e dal vertice del G7 di Hiroshima nega la capitolazione di Bakhmut, «e sulle mie parole non ci sono due o tre interpretazioni».

Nel 452º giorno di combattimenti i russi hanno bombardato in mattinata e in serata Kharkiv e Tsyrkuny, colpendo un edificio residenziale. Ci sarebbero almeno tre morti. Nelle stesse ore si segnalano esplosioni anche a Berdyansk, nella regione di Zaporizhzhia, vicino all'aeroporto. Secondo lo stato maggiore di Kiev, durante il giorno si sono verificati 24 scontri armati nel Donetsk nelle direzioni di Kupyansk, Lymansk, Avdiivka e Marinsk. Il bilancio è di due civili uccisi. Durante il giorno, l'aeronautica di Kiev ha effettuato 12 attacchi su aree in cui erano concentrati personale nemico e attrezzature militari, e altri 4 su sistemi missilistici antiaerei. Annunciato in tarda serata un allarme aereo nelle regioni di Donetsk, Dnipropetrovsk, Cherkasy, Poltava e Kirovohrad.

La fornitura di F-16 rimane in fase di stallo anche per motivi logistici. Eventuali riparazioni dei velivoli non sono possibili in Ucraina perché esposta quotidianamente a pesanti bombardamenti.

Kiev sta cercando di ottenere il sostegno di basi sul territorio degli Stati Nato.

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