Banche, ecco quanto peserà il contributo

Dal credito atteso un assegno da 1,7 miliardi, ma sono coinvolti anche i gruppi assicurativi

Banche, ecco quanto peserà il contributo
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Nella manovra è confermato il contributo del settore finanziario con il coinvolgimento di banche e assicurazioni. Tra le misure è prevista la proroga del rinvio delle deduzioni relative alle svalutazioni e perdite su crediti, nonché del costo dell'avviamento, connesse alla rilevazione delle imposte differite attive (le cosiddette Dta). Sugli utili accantonati a patrimonio che vengono liberati e distribuiti è prevista una imposta agevolata. Viene inoltre modificata l'aliquota Irap e confermata la parziale deducibilità di perdite ed eccedenze legate all'Aiuto alla Crescita Economica (Ace). Si tratta di un'agevolazione fiscale terminata nel 2023, ma le cui eccedenze, appunto, sono ancora utilizzabili dagli istituti. Le banche - il cui negoziato è stato, ed è, portato avanti dall'Abi di Antonio Patuelli- al momento restano alla finestra, in attesa di vedere l'articolato nero su bianco.

Nel frattempo, si cominciano a fare i conti sul possibile impatto per il sistema del meccanismo secondo cui le banche che non svincoleranno le riserve accumulate nel passato per non versare il 40% sugli extraprofitti, potranno farlo nel 2026 al 27,5 per cento. Con questa percentuale, secondo dati della Fabi, il conto stimato sarebbe di 1,7 miliardi, mentre con il 40% salirebbe a 2,5 miliardi. In totale, infatti, l'esborso per i primi 9 gruppi bancari ammonterebbe a 1,344 miliardi, ai quali si andrebbero ad aggiungere altri 375 milioni provenienti da istituti minori per un totale di 1,719 miliardi a fronte dei 2,5 con la tassazione al 40 per cento. Secondo il segretario della Fabi, Lando Sileoni, "non c'è una tassa sui bilanci di quest'anno ma su 6,2 miliardi di euro messi a riserva con la manovra di due anni fa. È volontaria la modalità, ma non la sostanza: chi vuole pagare nel 2026 paga il 27,5% altrimenti rischia di pagare il 40% nel 2029: la differenza è tra 1,7 miliardi e 2,4 miliardi, vuol dire che pagare subito è più conveniente. Inoltre, potrebbe essere introdotto un principio di presunzione di utilizzo di quelle riserve che sarebbe, alla fine, un obbligo mascherato", ha detto ieri ospite di una trasmissione tv.

Per il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, "la premier è stata chiara: ci saranno anche quest'anno contributi fondamentali da parte di banche e assicurazioni. Ma nessuna tassa sull'extraprofitto", ha detto Tajani.

Dal sistema finanziario arriva la voce di Carlo Cimbri, presidente del gruppo Unipol e di UnipolSai Assicurazioni: "Se le richieste sono equilibrate, penso che non ci si debba sottrarre a fare

ognuno la propria parte e che il settore finanziario contribuirà in maniera importante all'ultima manovra: dei conti in ordine beneficiamo tutti, non solo i cittadini ma anche le aziende", ha detto ieri da Washington".

CC

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