Bankitalia striglia le banche: "Ancora in ritardo sui prestiti"

Lettera agli istituti con erogazioni sotto la media. E l'Antitrust avvia un'istruttoria sullo stop ai mutui

Bankitalia striglia le banche: "Ancora in ritardo sui prestiti"

Un richiamo mirato e selettivo, perché non tutte le banche hanno risposto nello stesso modo e forse anche per dare più peso al messaggio. Bankitalia interviene sull'attuazione del decreto liquidità, registrando un'accelerazione nell'erogazione dei prestiti garantiti.

Ma la situazione resta a macchia di leopardo, con le piccole banche meno attrezzate e quindi più lente nell'erogare liquidità alle aziende.

Per questo il capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria Paolo Angelini, ha annunciato che la Banca d'Italia «ha inviato una comunicazione a un gruppo di banche che presentano un numero di erogazioni in rapporto alle richieste ricevute inferiore al valore mediano del sistema».

Nel richiamo si chiede agli istituti di credito «informazioni sulle cause dei ritardi e, pur sottolineando la loro piena autonomia nella decisione di concedere o meno i finanziamenti» di «attivarsi rapidamente per rimuovere eventuali cause di ritardo imputabili a loro carenze».

Angelini ha precisato che i ritardi non sono legati alla capitalizzazione o alle disponibilità liquide delle piccole banche, ma «all'elevato numero di domande» la «iniziale mancanza di organizzazione, l'elevato numero di domande, l'opacità delle norme e la mancanza di personale legato alla pandemia».

La situazione è migliorata con alcuni emendamenti al decreto Liquidità, tra i quali l'ampliamento del ricorso all'autocertificazione da parte dei clienti che richiedono i prestiti garantiti, che secondo Angelini «dovrebbe contribuire a snellire il processo, e limitare gli ambiti di discrezionalità delle banche in materia di valutazione del merito di credito per i finanziamenti».

Il capo della Vigilanza della Banca d'Italia ha fatto anche il punto sul tasso d'interesse medio applicato dalle banche sui prestiti fino a 25mila euro. Secondo l'indagine è dell'1,2%. Il tasso sale al 2,4% per le operazioni diverse da quelle interamente garantite.

Il 10 giugno era stata l'Abi, associazione bancaria italiana, a valutare l'effetto delle modifiche introdotte al decreto Liquidità durante la conversione, promuovendo l'autocertificazione anche se resta da effettuare la valutazione del merito di credito e le verifiche antiriciclaggio.

Un'altra autorità di vigilanza, l'Antitrust, ieri si è occupata dell'applicazione delle misure varate dal governo per rispondere all'emergenza coronavirus.

Il Garante per la concorrenza ha avviato quattro istruttorie nei confronti di banche e società finanziarie (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Sella e Findomestic) per problematiche emerse «sia sull'assenza di informazioni sulla tempistica per avere accesso alle varie misure di sostegno dettate in favore di microimprese e consumatori, che di chiare indicazioni sugli oneri derivanti dalla sospensione del rimborso dei finanziamenti concessi alle imprese, in termini di aumento degli interessi complessivi rispetto al totale originariamente dovuto quale effetto dell'allungamento dei piani di ammortamento». Inoltre, sottolinea l'Autorità, «le banche avrebbero posto indebite condizioni all'accesso a tali misure, quali l'apertura di un conto corrente o possedere specifici requisiti non previsti dalla normativa, oppure avrebbero cercato di dirottare i richiedenti verso forme di accesso al credito diverse e potenzialmente più onerose rispetto a quelle di cui al decreto Liquidità»

Per altre 12 banche e finanziarie (Bnl, Banco Bpm, Ubi Banca, Crédit Agricole, Credem, Mps, Banca Popolare di Sondrio, Creval, Bcc Pisa, Agos Ducato, Compass e Fiditalia), l'Autorità ha

avviato un'attività di moral suasion, avendo riscontrato «le medesime carenze di tipo informativo sulla tempistica di risposta e sulle effettive condizioni economiche di accesso alla sospensione dei rimborsi dei finanziamenti».

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