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La "profezia" di Di Battista: "La Russia non sta invadendo..."

L'ex onorevole grillino da sempre critico nei confronti della NATO si avventura in una previsione geopolitica infelice sulla crisi in Donbass, ribaltata dai fatti appena due giorni dopo

La "profezia" di Di Battista: "La Russia non sta invadendo..."

Gli ipse dixit, come spesso accade in questi casi, fioccheranno. Ma quello di Alessandro Di Battista ha del clamoroso: "La Russia non sta invadendo l'Ucraina", vergava sui social appena due giorni fa. Un imperativo di fassiniana memoria visto che meno di due giorni dopo dal Cremlino è iniziata l'offensiva contro Kiev.

Nel suo post, Dibba cerca come può di mantenere una certa prudenza, fondamentale in questi casi, appena accennata da qualche parentesi e qualche "chissà", ma se è vero che in situazioni limite prevedere l'evoluzione degli eventi è sempre complicato e lo scenario può cambiare da un momento all'altro, ciò che davvero è imperdonabile è il tono straordinariamente perentorio.

Questa la sua testimonianza di martedì alle 11, di chi dopo la svolta da uomo di mondo ed esperto di politica estera, pensava di poter interpretare bene i pensieri del Cremlino:

"La Russia non sta invadendo l’Ucraina. Poi, per carità, tutto può accadere ma credo che Putin (e non solo) tutto voglia fuorché una guerra. Oltretutto se per le truppe russe invadere l’Ucraina potrebbe esser semplice, controllare un territorio vasto e in gran parte ostile ai russi è un’operazione impossibile".

Anche il passaggio circa il riconoscimento da parte russa delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk si è rivelato troppo superficiale: "Ieri la Russia, in una fase di stallo dei negoziati, si è limitata a formalizzare l’esistenza (dunque riconoscere) di due repubbliche separatiste e russofone: la Repubblica Popolare di Doneck e quella di Lugansk. Si tratta di territori che la Russia controlla politicamente e militarmente da otto anni. Nulla di nuovo dunque e, per adesso, nulla di particolarmente preoccupante (posto che in tali contesti la situazione può sempre precipitare velocemente)".

Per non parlare delle sanzioni minacciate, e poi arrivate, dagli Stati Uniti, che anzi preparano un secondo e più incisivo pacchetto:
"Ad oggi neppure Washington sta pensando a nuove sanzioni alla Russia. Semmai intende sanzionare le repubbliche indipendentiste del Donbass. Sono alcuni leader europei, al contrario, a chiedere durezza contro Mosca ignorando che nuove sanzioni alla Russia colpirebbero più l’Europa della Russia stessa e, oltretutto, spingerebbero ancor di più Mosca tra le braccia di Pechino. L’ennesimo storico errore capace di commettere l’Europa".

Errare è umano, per carità. Ma i circoletti rossi nel long form di Di Battista sono davvero tanti, soprattutto fuori tempo massimo. Nel giro di pochissime ore, non di giorni o settimane, lo scenario si è completamente rovesciato. Segno evidente di una certa imprudenza e di una presunzione eccessiva nel momento in cui la diplomazia internazionale stava fallendo, le tensioni aumentavano sempre di più e l'artiglieria aveva ripreso ad urlare già da un po'. Di Battista, insomma, ha provato a snocciolare una "contronarrazione" per dimostrare che "lui ne sa di più", ma al contrario gli errori che paga sono figli di chi si limita ad analizzare solo il presente stretto senza avere una prospettiva delle conseguenze possibili, non nel futuro più remoto, ma nel giro di un giorno e mezzo.

Fassino, in confronto, è Nostradamus.

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