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"Diede fondi al 'suo' laboratorio". E Cingolani è già nella bufera

Dopo l'articolo de Il Fatto Quotidiano sui fondi trasferiti da Roberto Cingolani dall'Iit al laboratorio di Lecce diretto dall'ex moglie, Dibba chiede trasparenza

"Diede fondi al 'suo' laboratorio". E Cingolani è già nella bufera

Roberto Cingolani è il ministro per la Transizione ecologica nominato da Mario Draghi nel ministero fortemente voluto da Beppe Grillo, una sorta di do ut des per avere la fiducia del Movimento 5 Stelle. Cingolani non è un politico ma è un tecnico esperto di management, che oggi è stato messo sotto la lente d'ingrandimento da Il Fatto Quotidiano, da sempre filo-grillino. Il giornale di Marco Travaglio ha portato alla luce una vicenda risalente a qualche anno fa relativa a un trasferimento nel 2006 di "3,5 milioni di euro dai fondi dell'Istituto italiano di tecnologia (Iit), di cui era direttore dal 2004, al Laboratorio nazionale di nanotecnologie di Lecce diretto dalla moglie Rosaria Rinaldi (oggi ex moglie) e da lui stesso fino al 2004". Una fattispecie per la quale Alessandro Di Battista ha chiesto oggi pubblicamente delucidazioni.

Il Fatto Quotidiano spiega che il trasferimento di fondi è potuto avvenire grazie alla doppia mansione ricoperta dal neo ministro, che nel 2004 venne nominato dall'allora ministro Tremonti direttore Iit e che fino al 2006 era responsabile della fase di accorpamento dell'Istituto nazionale di fisica della materia (Infm), istituito all'interno del Cnr. Alcuni anni prima, nel 2001, Roberto Cingolani fondò il Laboratorio nazionale di Nanotecnologie di Lecce, che diresse fino al 2004, quando gli succedette la sua consorte dell'epoca, Rosaria Rinaldi. Il Fatto Quotidiano ha ricostruito le trame di questa tela grazie ai documenti pubblici del Cnr, scoprendo anche che la seconda moglie di Roberto Cingolani, Athanassia Athanassiou, è stata tra i primi ricercatori a essere assunti a tempo indeterminato all'Iit. Il quotidiano di Marco Travaglio spiega che "Iit è una fondazione privata, sebbene finanziata con fondi pubblici, non è obbligata a pubblicare le convenzioni che stipula né i bilanci". Tuttavia risulta la delibera firmata da Cingolani affinché "la convenzione Iit-Cnr venga svolta presso il laboratorio di Lecce e sotto la direzione della Rinaldi". Nello stesso periodo, Roberto Cingolani autorizza il trasferimento dei 3,5 milioni in 5 anni da Iit al laboratorio leccese. Un passaggio che vede il ministro per la Transazione economica sia erogatore, essendo direttore di Iit, sia beneficiario, essendo in quel momento ancora responsabile dei laboratori Cnr-Infm. Ci sono poi anche altri passaggi che sono stati messi in evidenza da Il Fatto Quotidiano e che riguardano contratti di lavoro per conoscenti di vario livelli. Il quotidiano di Travaglio, nonostante la richiesta di chiarimenti, non ha ottenuto risposte, anche se all'epoca lo stesso Cingolani aveva sostenuto non ci fosse nulla di opaco

A chiedere risposte chiare e trasparenti è anche Alessandro Di Battista, in virtù dell'impegno preso con i cittadini: "Se fossi ancora un parlamentare, chiederei immediatamente al neo-ministro alla Transizione ecologica Roberto Cingolani di venire in Aula e spiegare nel dettaglio al Parlamento, quindi alla Nazione, la vicenda raccontata questa mattina dal Fatto Quotidiano. Ovvero un finanziamento di 3,5 milioni di euro elargito dall'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), all'epoca diretto dallo stesso Cingolani, al laboratorio di nanotecnologie di Lecce diretto dalla sua ex-moglie". Quello che da molti viene considerato il leader morale del Movimento 5 Stelle è molto chiaro nel suo appello a Roberto Cingolani: "Credo sia un dovere di un ministro della Repubblica dissipare qualsiasi dubbio sulla sua condotta passata e su possibili conflitti di interesse. D'altro canto una sana opposizione ad un governo di tutti è utile alla stessa democrazia.

Anche i tecnici hanno il dovere di rispondere alla pubblica opinione".

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