È un messaggio chiaro e, sotto certi aspetti, umiliante quello lanciato questa sera da Alessandro Di Battista contro Matteo Renzi.
Il grillino, esponente dell’ala ortodossa del Movimento, ospite di "Sono le Venti" in onda sul canale Nove ha attaccato il leader di Italia Viva sottolineando le difficoltà politiche che sta attraversando l’ex premier. "Renzi? Non conta niente. È un uomo finito che ha avuto il Paese in mano, ha depredato il suo consenso con leggi inaccettabili e ora fa libri, dichiarazioni, interviste", ha affermato Di Battista.
Il grillino è andato anche oltre. Riguardo all'ipotesi che il leader di Iv possa far cadere il governo, Dibba ha osservato che Renzi è consapevole di non portare a termine questa minaccia in quanto rischierebbe di non avere più eletti al Parlamento: "Alla prova del nove si è sempre tirato indietro, perché se si potesse andare al voto prenderebbe meno voti di Potere al popolo".
Di Battista, però, pur essendo stato sempre contrario ad ogni tipo di alleanza con il Pd, ammette di auspicare che il governo Conte possa continuare la sua esperienza. Il motivo è semplice. Il grillino ha, infatti, spiegato di essere contrario a un governo tecnico o di unità nazionale "in cui entrano tutti ed entrano soprattutto quei tre poteri o prenditori di Stato che si sono intascati miliardi di euro in questi 30 anni". Queste, secondo Dibba, "sono ipotesi assolutamente da contrastare, soprattutto oggi che ci sono poteri che vogliono spartirsi i denari della ricostruzione".
Sull’ipotesi ventilata nei giorni scorsi dal premier Conte di una valutazione seria e senza pregiudizi anche della costruzione del Ponte sullo stretto di Messina nell’ambito di uno sviluppo della rete infrastrutturale in Italia, Di Battista è perentorio: "Il ponte sullo Stretto è estremamente costoso e le necessità del Paese sono altre".
Secondo il grillino l’Italia avrebbe bisogno di "migliaia di cantieri ma per l'opera pubblica più importante di tutte, ossia la manutenzione dell'esistente".
Il grillino, inoltre, ha ricordato come statisticamente nel nostro Paese si verifichi un terremoto distruttivo ogni due anni e come sia quindi fondamentale mettere in sicurezza il territorio. "I costi che paghiamo per l'inazione sono elevatissimi, queste sono le opere infrastrutturali importanti, non il ponte sullo Stretto", ha concluso.
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