Dopo la Baviera si vota in Assia: incubo verde per la Merkel

di Roberto Fabbri

Angela Merkel ha appena avuto il tempo di farsi una ragione della relativa (hanno pur sempre vinto con il 37% dei voti) batosta subita dai suoi riottosi cugini della Csu due settimane fa in Baviera che un'altra elezione regionale si affaccia con il suo carico di minacce alla sua leadership politica nazionale. Dall'Assia, la regione della Germania centrale dove sorge anche la capitale finanziaria tedesca ed europea Francoforte, dove si vota domani, rischia di arrivare un altro pesante colpo alla Grande Coalizione, l'alleanza di governo con i socialdemocratici (Spd) che guida a Berlino.

E questo non perché una simile alleanza corra il pericolo di essere sfiduciata dagli elettori dell'Assia (al governo regionale di Wiesbaden, in omaggio all'uso tutto tedesco di sperimentare alleanze fantasiose e a volte francamente innaturali, siedono insieme la Cdu e i Verdi), ma perché i partner della cosiddetta GroKo berlinese rischiano di uscire dalle urne vieppiù ridimensionati a vantaggio proprio di quegli ecologisti con cui in Assia governano.

Come si è dimostrato in Baviera, dove sono schizzati al 18 per cento, i Verdi stanno conoscendo una stagione di forte rilancio. Passato il tempo in cui rappresentavano un idealismo pacifista legato a doppio filo con le parole d'ordine del Sessantotto, oggi raccolgono il consenso sia di una borghesia di sinistra post ideologica affascinata dall'ecologismo sia delle generazioni più giovani che credono in un futuro di integrazione con i nuovi immigrati esecrati dalla destra. E ciò che più preoccupa la Cancelliera (anche qui Baviera docet) è che parte di questi giovani sono suoi potenziali o ex elettori cristiani che respingono il messaggio di chiusura ai nuovi arrivati.

Perfetto rappresentante di questo elettorato è il candidato dei Verdi in Assia Tarek Al-Wazir, padre yemenita e madre tedesca, educato da quest'ultima ai «valori del Sessantotto». Al-Wazir, che ha grandi doti di oratore, è l'uomo politico più popolare della regione e secondo i sondaggi è in grado di trascinare gli ecologisti ben oltre la soglia del 20 per cento.

A quel punto, con Cdu e Spd indeboliti, i numeri potrebbero consentirgli di proporsi alla guida di una coalizione tripartita di sinistra con la Spd e i postcomunisti della Linke. Un esperimento politico che sarebbe poi replicabile a Berlino, agitando il fantasma di elezioni politiche anticipate. Poche altre prospettive mettono la Merkel di umore peggiore.

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