Politica estera

Bazoum, accusa di alto tradimento. I golpisti: "Trattiamo"

Il presidente deposto resta chiuso nel suo seminterrato. Ma adesso i ribelli aprono al dialogo

Bazoum, accusa di alto tradimento. I golpisti: "Trattiamo"

Ascolta ora: "Bazoum, accusa di alto tradimento. I golpisti: "Trattiamo""

Bazoum, accusa di alto tradimento. I golpisti: "Trattiamo"

00:00 / 00:00
100 %

Il presidente deposto Mohamed Bazoum perseguito per «alto tradimento» e «minaccia alla sicurezza» del Paese. Lo hanno detto in una dichiarazione letta alla televisione nazionale i golpisti del Niger. L'Ecowas ha subito ribattuto: tali minacce sono «una provocazione». È l'ultimo segnale che la giunta intende resistere alle pressioni internazionali che mirano a riportare in sella Bazoum. Mucahid Durmaz, analista senior dell'Africa occidentale presso la società Verisk Maplecroft, conferma la manovra e spiega che i golpisti così facendo puntano a sminuire la legittimità di Bazoum e dissuadere le potenze straniere dal tentare di reintegrarlo alla presidenza e concentrarsi invece «sulla creazione di un accordo di transizione». Intanto Bazoum, 63 anni, è trattenuto nel seminterrato del suo palazzo da quando i militari hanno organizzato il golpe circa tre settimane fa. Il presidente deposto ha fatto sapere che la sua famiglia non ha accesso ad acqua corrente, cibo fresco o medici, e suo figlio ha bisogno di vedere un medico a causa di un grave problema cardiaco.

Il tempo scorre e tutte le speranze si concentrano sull'Ecowas, che la scorsa settimana ha deciso di allestire una forza militare di riserva per intervenire e reintegrare Bazoum. In gioco non c'è solo il destino del Niger - grande produttore di uranio e alleato occidentale nella lotta all'insurrezione islamista - ma anche l'influenza di potenze mondiali rivali con interessi strategici nella regione del Sahel. Amadou Abdramane, il portavoce della giunta, ha anche spiegato come ci sia stata una campagna di disinformazione contro i militari al potere per cercare di «far deragliare qualsiasi soluzione negoziata alla crisi». I leader del colpo di stato hanno respinto diverse missioni diplomatiche nelle prime due settimane dopo il putsch, anche se hanno indicato una potenziale disponibilità a impegnarsi da quando l'Ecowas ha detto che avrebbe «attivato» truppe di riserva per un loro possibile utilizzo in Niger. Sabato il parlamento dell'Ecowas ha però dichiarato di voler inviare una commissione per incontrare la giunta a Niamey, ma non è ancora chiara la tempistica. Un tribunale della capitale intanto ha cancellato una condanna a nove mesi di carcere inflitta ad Abdoulaye Seydou, capo del gruppo M62, una coalizione di circa 10 gruppi e ong contrari alla presenza delle forze militari francesi in Niger ma che sostiene i militari.

La situazione è complessa e travalica il caso nazionale. Truppe statunitensi, francesi, tedesche e italiane sono infatti di stanza in Niger, in una regione dove gli affiliati di al Qaeda e dello Stato islamico hanno ucciso migliaia di persone. Nel frattempo, l'influenza russa è cresciuta con l'aumentare dell'insicurezza. Le potenze occidentali temono che il peso di Mosca possa aumentare se i golpisti in Niger seguiranno quanto accaduto in Mali e Burkina Faso. Bamako e Ouagadougou hanno espulso le truppe della Francia, ex potenza coloniale, dopo i colpi di stato nei due Paesi.

Nel frattempo l'Unione Africana ha tenuto una riunione dedicata alla situazione a Niamey.

Commenti