Quel tweet di Becchi che può inguaiare Conte

Il filosofo ha pubblicato nella sua pagina Twitter una foto che proverebbe il legame tra il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e lo studio Alpa

Quel tweet di Becchi che può inguaiare Conte

Esiste un legame tra lo studio Alpa e il premier Giuseppe Conte? Il caso era stato sollevato tempo fa da Repubblica e Il Foglio ed ora Paolo Becchi ritorna sulla vicenda con un post su Twitter gettando, così, altra benzina sul fuoco.

"Conte non lavorava nello studio Alpa? Eppure io credo che la foto sia autentica ... voi che dite? In effetti se Conte lavorava nello stesso studio di Alpa e lo stesso Alpa gli ha fatto vincere il concorso a cattedra non c'è un vizio di incompatibilità?"

Il filosofo ha, così, rilanciato una foto che circolava da tempo sulla cui veridicità, però, non ci sono al momento riscontri. La questione è quella di un possibile "conflitto di interessi" che avrebbe dovuto indurre il commissario di esame Guido Alpa ad astenersi dalla commissione che giudicò nel 2002 Conte idoneo al ruolo di professore ordinario.

L’Autorità Anticorruzione nel 2017 aveva stabilito che “la collaborazione professionale tra candidato e commissario o la comunanza di vita, per assurgere a causa di incompatibilità, deve presupporre una comunione di interessi economici o di vita tra gli stessi di particolare intensità”.

Sulla misteriosa storia intervenne anche Luciano Capone che sul Foglio scrisse di come Conte, secondo quanto riportato nel suo curriculum, risulterebbe il fondatore di uno studio con Guido Alpa. "Dal 2002 ha aperto con il prof. avv. Guido Alpa un nuovo studio legale dedicandosi al diritto civile, al diritto societario e fallimentare". Questo fatto, però, non sarebbe stato confermato in pieno.

Lo studio in questione ha successivamente riferito allo stesso giornale che “questo non è uno studio di associati". E ancora: "Nel 2012 i due partners dello Studio hanno deciso di porre fine alla associazione professionale e di proseguire l’attività singolarmente in reciproca autonomia".

Conte, quindi, potrebbe essere stato un semplice collaboratore. Lo studio legale, però, all’epoca non aveva rilasciato dichiarazioni sul ruolo svolto “dall'avvocato del popolo”. "Non posso dare risposte sul professor Conte – avevano riferito fonti dello stesso studio sempre al Foglio – ma non lavora per il professor Alpa".

Il mistero presenterebbe anche altri elementi. Sul sito dello studio Alpa, il nome di Conte sarebbe scomparso prima che quest’ultimo diventasse premier del governo giallo-verde.

"Da un paio di giorni - scrisse ancora Capone- le pagine web riguardanti Conte sono state rimosse o non sono più funzionanti". Lo studio, però, aveva ribadito che "non risulta che il prof. Conte sia mai stato sul sito come avvocato dello studio".

Un altro elemento dai contorni poco chiari riguardava una presunta targa posta in Piazza Benedetto Cairoli 6 a Roma, sede dello Studio Legale Alpa, dove comparivano i nomi di Guido Alpa e Giuseppe Conte in bella vista.

L’insegna sarebbe stata rimossa in seguito alla nomina dell’avocato alla guida del governo giallo-verde. Una vicenda, questa, costellata da un mare di dubbi e quasi nessuna certezza.

Tutte le accuse erano state bollate in passato come “un’assurdità” dallo stesso Conte che, ospite del salotto di Bruno Vespa, aveva giurato: “Ho detto in più occasioni che non ho mai avuto uno

studio associato con Alpa. Che Alpa sia stato anche componente del consiglio di amministrazione di Carige non vedo quale conflitto di interessi possa realizzare col sottoscritto, mi sembra veramente un’assurdità”.

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