Roma Marcello Fiori, responsabile enti locali di Forza Italia, come vorrebbe fosse riorganizzato il partito?
«Ogni volta che c'è una fase di cambiamento o di difficoltà tutti parlano del territorio e degli amministratori locali. E ora che Silvio Berlusconi ha aperto una fase di radicale rinnovamento dopo 25 anni, vogliamo essere protagonisti, non semplici spettatori. Nessuna delega, pari dignità con le altre istanze legittime del nostro movimento politico».
Si annunciano primarie per la scelta del coordinatore.
«Vogliamo democrazia rappresentativa non populismo. Bene le primarie per valorizzare i livelli di rappresentanza di ciascuno. Gli amministratori non chiedono di contare di più ma di rappresentare correttamente ciò che già contano in termine di preferenze. Un consigliere regionale che ha preso 24mila preferenze deve poter rappresentare proporzionalmente i cittadini che lo hanno votato. Serve un voto ponderato, così si evitano anche le tentazioni di aiuti, aiutini e truppe cammellate ai seggi di sinistra memoria».
Volete sedervi al tavolo in cui si riscrivono le regole?
«Sì, perché conosciamo il territorio e i meccanismi del consenso popolare. È determinante il contributo degli amministratori per aprire il partito anche sui contenuti e per determinare il coinvolgimento delle migliaia di movimenti e liste civiche che governano i Comuni. Chiediamo rappresentanza adeguata negli organismi del nuovo partito».
Come si prevengono scissioni da parte di chi perde?
«Con certezze sul rispetto delle minoranze nelle primarie: non come il Pd in cui chi vince prende tutto e uccide ogni forma di rappresentanza delle altre anime del partito. Nessuno scappa con la palla se perde la partita».
Toti o Carfagna?
«Due ottimi candidati, ma chi lo ha detto che la corsa debba essere solo tra loro? Se si vogliono le primarie per il coordinatore nazionale, devono essere aperte davvero: direi non meno di 2 non più di 5. Si stabiliscano criteri e procedure; poi gli amministratori valuteranno se candidare un loro rappresentante».
Per cambiare basta il congresso?
«Bisogna aprire una vera stagione costituente dell'area popolare, liberale, riformista, cattolica e garantista: l'Altra Italia,
saldamente nel centrodestra e rappresentativa del ceto medio produttivo. Nessun partito unico, nessuna federazione. Nessuna annessione. C'è uno spazio politico enorme da occupare con una proposta politica forte e originale».
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