
Arrestato il killer di Tor San Lorenzo. Marco Adamo, 18 anni, si era nascosto in un appartamento di Cisterna di Latina con i soldi sottratti alla vittima, 570 euro. Adamo, precedenti per aggressione e rapina, subito dopo il colpo si era sbarazzato della moto BMW GS 650 bianca usata per rapinare e uccidere Nahid Miah, 36 anni, gestore di una stazione di servizio Toil su via delle Pinete e padre di due bambini. Quando i carabinieri di Anzio e Frascati sfondano la porta del suo nascondiglio, Adamo non può far altro che arrendersi e confessare. «Il coltello, il casco e i vestiti sporchi di sangue li ho gettati nella pineta di Ardea».
Quattro giorni di indagini serrate, quelle dei carabinieri costretti a lavorare su pochi ma fondamentali elementi. A cominciare dalle immagini delle telecamere con il mezzo usato per la fuga, una moto bianca rubata due giorni prima nella capitale. Su quella targa i militari del nucleo investigativo di Frascati incrociano i dati delle telecamere di zona tracciando una mappatura dei movimenti del mezzo dal 25 maggio, quando compare per la prima volta sul litorale, al 27 maggio, quando Nahid viene rapinato e ucciso con una coltellata in pieno petto. Nell'impianto, del resto, nessun testimone al momento della tragedia. Agli inquirenti, però, quella targa e il tipo di moto bastano per arrivare ai ladri. Tre personaggi della cittadina risultati, però, totalmente estranei all'omicidio. «La moto l'abbiamo parcheggiata in strada ma ce l'hanno rubata il 26 maggio» mettono a verbale.
Adamo fa parte del gruppo di amici e conoscenti dei tre balordi. Le indagini si concentrano su di lui, le riprese acquisite nel territorio fanno il resto. Vengono ricostruiti tutti i movimenti del 18enne prima, durante e dopo la sanguinosa rapina. Il 28 maggio in un bosco viene ritrovata la moto, semicarbonizzata. Arrivati all'indagato, basta incrociare le registrazioni delle telecamere e dei lettori targhe del litorale con i dati contenuti nel suo smartphone, le celle cui il cellulare si era agganciato, analizzati da un consulente tecnico della Procura di Velletri, per trovare l'esatta sovrapponibilità dei percorsi fatti da Adamo in sella alla moto. Per il fermato le accuse sono di omicidio volontario e rapina aggravata. Sulla lama di 16 centimetri, sequestrata assieme agli abiti indossati nella rapina, il sangue della vittima e le impronte dell'assassino.
«Abbiamo dato una risposta immediata alla richiesta dei familiari di Miah che chiedevano giustizia» spiegano i carabinieri.Una famiglia distrutta: la moglie di Nahid, Rita Rhaman Bristy, è disperata. «Sono rimasta vedova con una bimba di 10 mesi da allattare e un bambino di 5 anni che chiede ogni sera quando torna il papà».